venerdì,Aprile 19 2024

Strage a Barcellona: il racconto di una famiglia vibonese in vacanza

Il viaggio in Spagna dei Pelaggi e i momenti di paura: «Avevamo evitato Londra per timore di attentati, ma sulla Rambla nessuna protezione»

Strage a Barcellona: il racconto di una famiglia vibonese in vacanza

«E pensare che avevamo evitato Londra per il timore di nuovi attentati». Per la famiglia dell’ex consigliere comunale di Vibo Valentia, Gioele Paolo Pelaggi (in foto), in vacanza in questi giorni a Barcellona, il capoluogo della Catalogna rappresentava il piano B delle loro vacanze all’estero.

«Temevamo che la capitale inglese fosse troppo esposta, troppo pericolosa. Invece ci siamo ritrovati nell’occhio del ciclone». In viaggio con la moglie e i due figli adolescenti i Pelaggi hanno vissuto in un crescendo di paura i momenti immediatamente successivi all’attentato terroristico che ieri ha colpito la città spagnola.

«Eravamo nella zona della Berceloneta, a circa 500 metri in linea d’aria dal luogo dell’attentato – racconta –. Solo per un caso fortuito non eravamo nel punto in cui il furgone ha falciato le persone che passeggiavano sulla Rambla, la lunga strada che conduce da piazza Catalunya fino al mare. All’ultimo momento, infatti, abbiamo deciso di non percorrere tutta la strada a piedi, perché c’eravamo già stati nei giorni precedenti, ma di utilizzare una diversa linea della metropolitana per giungere prima dove eravamo diretti».

Come spesso accade, chi sfiora una tragedia di queste dimensioni ripensa alle proprie azioni come a un lancio di dadi.

«Siamo stati fortunati. Se non avessimo cambiato linea della metro ci saremmo trovati proprio lì – continua Pelaggi -. In ogni caso, ci siamo subito accorti che era successo qualcosa di molto grave, perché le strade hanno cominciato a riempirsi di mezzi di soccorso e macchine della polizia che sfrecciavano a sirene spiegate. In breve anche il sistema di altoparlanti pubblici presenti sul lungomare ha cominciato a diffondere a ripetizione messaggi in inglese e spagnolo, invitando tutti a fare attenzione e tornare nei propri alberghi».

È cominciato così il lungo percorso per raggiungere a piedi l’hotel. «Il nostro distava circa 3 chilometri, ma le metropolitane e gli altri mezzi pubblici erano stati fermati per motivi di sicurezza. Quindi ci siamo incamminati insieme a migliaia di altri turisti che, come noi, tornavano ai propri alberghi. Lungo la strada è stato impressionate assistere ai movimenti della polizia e delle forze speciali che raggiungevano il luogo dell’attentato, con gli elicotteri che perlustravano incessantemente la zona. Già il giorno prima, quando eravamo stati sulla Rambla, avevamo riflettuto preoccupati sul fatto che quella strada così affollata era priva di barriere che potessero impedire a un terrorista di lanciarsi con il proprio mezzo sulle persone inermi. Sono cose alle quali, dopo le stragi di Nizza e Londra, pensi quasi automaticamente, ma in fondo credi, o speri, che cose così non possano mai capitare a te».

Una volta arrivati in hotel, insieme agli altri ospiti, la famiglia vibonese ha seguito l’evolversi della situazione attraverso gli smartphone e la tv.

«Eravamo tutti increduli e spaventati – continua l’ex consigliere comunale – e anche il personale dell’albergo mostrava tutta la sua preoccupazione, come se una cosa di questo genere non se la fosse mai aspettata». Il rientro in Italia è previsto per lunedì.

In un clima simile c’è poca voglia di continuare la vacanza, ma l’idea di anticipare il ritorno si è scontrata con la convinzione che non bisogna farsi condizionare dalla paura.

«Non possiamo dargliela vinta e cedere al terrore, purtroppo dobbiamo imparare a convivere con questa realtà – conclude Pelaggi -. Resteremo a Barcellona per questi tre giorni, anche se cercheremo di evitare i luoghi più frequentati, modificando un po’ l’itinerario programmato».

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