Quasi tre ore di deposizione oggi nel processo “Costa pulita” dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Lucia Monaco, a latere i giudici Pia Sordetti e Giovanna Taricco) per il tenente colonnello Vittorio Carrara sino all’agosto 2014 alla guida del comando del Reparto operativo di Vibo Valentia e fra i principali investigatori dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro scattata con numerosi arresti nell’aprile dello scorso anno.
Rispondendo alle domande del pm, Annamaria Frustaci, il teste ha offerto uno spaccato lucido quanto attuale dei condizionamenti dei clan Accorinti e Bonavita sulla vita politico-amministrativa del Comune di Briatico. E non sono mancati diversi particolari inediti.
“La Commissione di accesso agli atti insediata ad aprile 2011 – ha riferito il colonnello in aula – ha preso in esame un arco temporale che copre due amministrazioni, quella di Andrea Niglia, sindaco nel 2005, e quella di Francesco Prestia, insediata nel 2010. In particolare, il nostro lavoro si è concentrato sugli avvenimenti che vanno dal gennaio 2007 al 2012, poco prima dello scioglimento e siamo giunti alla conclusione che vi sono state evidenti situazioni di condizionamento mafioso sia nell’amministrazione Niglia del 2005 che in quella di Prestia”.
Le elezioni del 2010 e l’amministrazione Prestia. Rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, il teste ha ripercorso quindi una serie di avvenimenti quanto mai sintomatici del condizionamento dei clan sulle elezioni comunali e sulla vita politico-amministrativa dell’ente locale. “All’elezione a sindaco di Francesco Prestia, il 30 marzo 2010 abbiamo infatti assistito – ha sottolineato il teste – a caroselli di auto per festeggiare la vittoria elettorale, con i figli di Antonino Accorinti intenti a gridare e cantare per le strade “Abbiamo vinto, i padroni di Briatico siamo noi…”. Festeggiamenti plateali ai quali il colonnello ha ricordato che hanno preso parte “Francesco Campora, Rocco Morello, Antonio Accorinti figlio di Antonino, Leonardo Melluso, Simone Melluso, Emanuele Melluso, Domenica Jessica Franzè, figlia di Domenico Franzè, Samuele Franzè, Vincenzo Francesco Accorinti, fratello di Antonino, Giuseppe Morello e Fausto Arena”, tutti personaggi noti alle forze dell’ordine per legami parentali e guai con la giustizia.
I legami fra le amministrazioni Prestia e Massara. Su specifica domanda del pm Frustaci, il teste Carrara è così andato ancor più nel dettaglio, spiegando chiaramente alcuni dati. “Francesco Prestia, eletto sindaco nel 2010, è stato consigliere comunale nel 1997 nell’amministrazione del sindaco Casuscelli Di Tocco e poi consigliere ed assessore al Bilancio nella giunta del sindaco Costantino Massara sciolta nel 2003 per mafia. Lo stesso Costantino Massara – ha ricordato Carrara – che attualmente è di nuovo assessore con sindaco Andrea Niglia”.
Ed ancora: “Assessore e vicesindaco con Prestia era Massimo La Gamba – ha sottolineato ancora il teste – il quale era stato consigliere anche nel 2002 con Costantino Massara sindaco, subentrando al dimissionario cugino Fausto Arena, quest’ultimo arrestato nell’inchiesta Panta Rei sui falsi esami all’Università di Messina”.
Quindi il colonnello si è soffermato sulla figura dell’avvocato Domenico Marzano, assessore ai Lavori pubblici ed all’Urbanistica al Comune di Briatico con la giunta Prestia e sotto processo in “Costa pulita”. Il teste Vittorio Carrara ha precisato che dagli accertamenti dei carabinieri risultavano “frequentazioni fra Marzano e Antonino Accorinti e fra lo stesso Marzano ed Antonio Accorinti, figlio di Antonino”. Come portiere nell’hotel Marzano a Briatico dal “2009 al giugno 2011 era stato assunto proprio Antonino Accorinti, che era dunque un dipendente dei Marzano”.
Altro assessore di Francesco Prestia era poi “Vincenzo Savino che però si è dimesso – ha ricordato il teste – nell’agosto del 2011 dopo aver denunciato un danneggiamento a scopo intimidatorio”.
Assessore allo Sport nella giunta Prestia figurava invece “Gennaro Melluso, la cui cognata – ha svelato Carrara – è sposata con Bruno Emanuele di Sorianello, il famoso Emanuele del processo Luce nei boschi. Testimone di nozze di Gennaro Melluso è risultato essere Antonino Accorinti, mentre lo stesso Melluso dalle nostre indagini è emerso in collegamento anche con il figlio di Pino Bonavita, con Giuseppe Granato e con Antonio Accorinti”.
Infine, per quanto attiene all’amministrazione Prestia, il teste ha ricordato l’assessore “Milena Grillo, sposata con Fausto Melluso, con quest’ultimo – ha ricordato il colonnello dell’Arma – che è risultato aver percepito redditi da una società che gestiva il villaggio Green Garden poi sequestrato in Costa Pulita in quanto ritenuto riconducibile agli Accorinti ed ai Bonavita”.
Gli ex consiglieri comunali. Andando ad analizzare i consiglieri comunali di maggioranza dell’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Prestia, il teste Carrara si è soffermato su “Graziano Spasaro, sposato con Domenica Jessica Franzè e quindi suocero di Domenico Franzè, quest’ultimo pregiudicato per vari reati e noto alle forze dell’ordine. Spasaro è inoltre cognato – ha aggiunto il colonnello – con Simone Melluso, imputato in Costa pulita, ed è risultato frequentare diversi personaggi a noi noti come: Antonino Tedesco, Stefano Ursino, Biagio Famà, Emanuele Melluso, Vincenzo Francesco Accorinti, Michele Bruzzese, Felice Loiacono e Leonardo Melluso”.
I passaggi su Andrea Niglia. La deposizione di Vittorio Carrara si è poi concentrata sulla figura di Andrea Niglia, attuale sindaco di Briatico e presidente della Provincia di Vibo, già primo cittadino di Briatico dal 2005 al 2010. “Andrea Niglia – ha spiegato il colonnello – emerge subito dai nostri accertamenti all’indomani delle elezioni comunali del 2010 vinte da Francesco Prestia. Andrea Niglia è infatti sposato con Alessia Cavallaro, figlia di Rosa Maria Bonavita, sorella di Pino Bonavita che noi indichiamo al vertice del clan di Briatico. Rosa Maria Bonavita è stata inoltre consigliere comunale di maggioranza con sindaco Costantino Massara e vicesindaco Vincenzo Francesco Accorinti, amministrazione di Massara sciolta nel 2003 per infiltrazioni mafiose. Rosa Maria Bonavita – ha continuato il teste – è quindi la suocera di Andrea Niglia. Alessia Cavallaro è inoltre nipote diretta di Francesco Cavallaro di Briatico, a noi noto per essere stato coinvolto nell’operazione Odissea del 2006 con le accuse di usura ed estorsione. A noi investigatori dell’Arma – ha precisato ancora Carrara – risultano infine frequentazioni di Andrea Niglia con l’imprenditore Giuseppe Granato, coinvolto in Costa Pulita, Alessandro Fiorillo, noto ai carabinieri per violazioni della legge sugli stupefacenti, e frequentazioni risalenti al 22 luglio 2006 con Giuseppe Francesco Niglia di Briatico, quest’ultimo – già sorvegliato speciale – poi coinvolto nell’operazione Odissea”.
Attualmente la Prefettura di Vibo Valentia ha nominato al Comune di Briatico una nuova Commissione di accesso agli atti per accertare eventuali infiltrazioni mafiose.
La prossima udienza del processo “Costa pulita”, sempre con l’escussione del colonnello Carrara, è prevista per il 15 novembre.
In foto dall’alto verso il basso: il tenente colonnello Vittorio Carrara, Costantino Massara, Antonino Accorinti, Francesco Prestia, Sergio Bagnato, Carlo Staropoli e Andrea Niglia.
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