Condanne confermate dalla Cassazione nei confronti di Salvatore Emmanuele, 31 anni, di Ariola di Gerocarne, e Vincenzo Primerano, 30 anni, di Soriano Calabro. Resistenza a pubblico ufficiale e lesioni i reati per i quali la Suprema Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi di entrambi gli imputati confermando la sentenza decisa dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 2 luglio dello scorso anno, a sua volta confermativa del verdetto emesso dal Tribunale di Vibo Valentia il 9 dicembre 2021.

I motivi del ricorso di Vincenzo Primerano - aventi ad oggetto la responsabilità per il reato contestato - sono stati ritenuti dalla Cassazione generici, considerato che la Corte d’Appello di Catanzaro ha “motivato sul punto in maniera logica e coerente”. Anche i motivi proposti nel ricorso da Salvatore Emmanuele sono stati ritenuti dalla Suprema Corte generici poiché aventi ad oggetto “l'inidoneità della condotta dell'imputato a configurare il reato e la mancata concessione dell'attenuante”. La pena – con non menzione – è stata sospesa solo nei confronti di Primerano. L’inammissibilità dei ricorsi ha comportato anche il pagamento a carico dei ricorrenti delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

I fatti al centro del processo

Salvatore Emmanuele e Vincenzo Primerano erano stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Soriano Calabro nel giugno 2021. In particolare, nel corso di una visita in un’azienda della zona per la notifica di un atto, i carabinieri hanno trovato nella ditta Salvatore Emmanuele, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel territorio comunale di Gerocarne. Alla richiesta di spiegazioni sulla sua presenza a Soriano, Salvatore Emmanuele aveva aggredito i carabinieri (un maresciallo e un brigadiere), arrivando a strappare ad uno dei due anche la mascherina anticovid, spalleggiato da Vincenzo Primerano il quale si sarebbe inserito nel tafferuglio cingendo uno dei militari dell’Arma e favorendo così l’aggressione (pugni al volto) da parte dell’amico nei confronti del brigadiere. I carabinieri – costituiti parti civili nel processo – avevano riportato lesioni al viso ed alle braccia e per loro si era reso necessario il ricorso alle cure mediche con prognosi di sette e dieci giorni. Salvatore Emmanuele aveva rivolto anche frasi minacciose all’indirizzo dei carabinieri del seguente tenore: “Se mi arrestate di nuovo finisce male, non mi fate vivere, vi ammazzo tutti”. Portati in caserma, Salvatore Emmanuele e Vincenzo Primerano sono stati dichiarati nell’immediatezza in arresto. Il giudice del Tribunale di Vibo – dove sono comparsi per il giudizio con rito direttissimo – ha poi convalidato gli arresti e disposto per entrambi l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.

Salvatore Emmanuele è un volto noto alle cronache ed alle forze dell’ordine: lo scorso anno è stato condannato dalla Corte d’Appello di Catanzaro a 2 anni nel processo nato dall’operazione antimafia “Black Widows”. Nel gennaio 2021, invece, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e per la violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale alla quale è sottoposto. Al fine di agevolare la fuga del proprio fratello Giovanni Emmanuele – che si era dato alla latitanza nel novembre del 2000 per sfuggire ad una condanna a 7 anni e 8 mesi per spaccio di stupefacenti – , Salvatore Emmanuele si era scagliato anche allora contro i carabinieri. Nel settembre del 2018 Salvatore Emmanuele era stato inoltre condannato ad un anno e quattro mesi per spaccio di marijuana e hashish.
Vincenzo Primerano, invece, incensurato, è il fratello dell’allora assessore al Comune di Soriano Calabro, Maria Teresa Primerano, con delega ai lavori pubblici nell’amministrazione guidata dall’allora sindaco Vincenzo Bartone. Amministrazione poi sciolta per infiltrazioni mafiose con scioglimento confermato anche dal Tar. All’indomani dell’aggressione ai carabinieri, l’allora assessore Maria Teresa Primerano, unitamente alla sua famiglia, aveva condannato l’episodio (al pari del sindaco) e si era detta profondamente addolorata e sgomenta per l’accaduto esprimendo solidarietà ai carabinieri.