«Abito in via Cisterna Vecchia a Ricadi. L'acqua arriva solo due ore al giorno, dalle 12.30 alle 14.30. E non sempre arriva. Oggi, per esempio, il rubinetto di casa è rimasto a secco. Abbiamo dovuto chiamare un operaio per riempire la cisterna e il costo è stato di 40 euro. Domani non sappiamo neppure se il problema si ripresenterà» racconta, scoraggiata una residente.

La donna ha denunciato pubblicamente il disservizio, spiegando che da due anni la fornitura idrica avviene con il contagocce. «Oggi il problema è stato causato dalla Sorical, almeno così ha riferito il responsabile del servizio idrico del Comune di Ricadi», ha aggiunto.

Secondo la sua testimonianza, la situazione si sarebbe aggravata dal primo luglio, quando la gestione della rete idrica è passata alla ditta La Torre. «Da quella data l'emergenza idrica a Ricadi si è aggravata», dice. E ha raccontato un episodio: «Ho telefonato al responsabile della ditta per chiedere se anche domani si ripresenterà il problema, giusto per regolarmi e capire quanta acqua razionare. Non mi ha fatto finire di parlare e ha iniziato a ripetere come un disco incantato: “L'abbiamo mandata, l'abbiamo mandata, l'abbiamo mandata”».

La donna ha ricordato anche i suoi tentativi precedenti di ottenere risposte: «Qualche mese fa ero andata al Comune e avevo chiesto se, con la fine dell’estate, il problema si sarebbe risolto. Mi hanno rassicurata. E invece niente. I turisti sono andati via e il problema è rimasto».

Nel suo racconto emergono le difficoltà quotidiane: bottiglie d’acqua ovunque in casa, una doccia da campeggio, lavatrici fatte a turno con la cognata che abita al piano di sopra. «È mai possibile che in una cittadina turistica, nel 2025, bisogna ancora fare i conti con l’assenza d’acqua e non si riesca a trovare una soluzione? Non ce la facciamo più».

Il problema, in effetti, non è nuovo. Lo scorso 23 luglio si era tenuta una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Ricadi, convocata proprio per affrontare l’emergenza idrica. All’ordine del giorno c’era un unico punto: la carenza idrica.

Il capogruppo di opposizione, Pasquale Mobrici, aveva spiegato: «Siamo stati costretti a richiedere la convocazione di un Consiglio comunale aperto. Il sindaco, ai sensi di legge, non poteva esimersi dal convocarlo, perché fino al Consiglio del 7 luglio ha sempre negato il problema della grave crisi idrica. È stato un primo passo per obbligarlo a togliere la testa dalla sabbia e confrontarsi con l’opposizione e con la cittadinanza».

In quell’occasione Mobrici aveva sottolineato che l’invio di un’autobotte, arrivata solo il giorno prima del consiglio, non poteva essere considerato un intervento risolutivo. «La crisi idrica a Ricadi è sistematica. D’inverno abbiamo acqua solo tre ore al giorno. Quest’anno la situazione si è aggravata per i guasti sulla linea Sorical e perché dal primo luglio la gestione della rete è passata a una nuova ditta, senza alcun affiancamento da parte del Comune. La società procede a tentativi e non è stata istruita sulle manovre da compiere».