Seguirà a piede libero il processo d’appello che lo vede rispondere del reato di estorsione con l’aggravante mafiosa ai danni dell’allora gestore del Lido degli Aranci di Bivona
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Revocata dalla Corte d’Appello di Catanzaro la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Antonio Mario Tripodi, 61 anni, di Portosalvo, coinvolto nell’operazione Rinascita Scott. I giudici hanno accolto un’istanza presentata dall’avvocato Giuseppe Bagnato ordinando la scarcerazione immediata di Antonio Mario Tripodi. L’istanza di revoca della misura in atto era stata avanzata dal difensore subito dopo aver discusso la posizione dell’imputato nel giudizio di secondo grado, rilevando come il presunto momento di consumazione del reato contestato e il tempo trascorso dall’applicazione della misura avevano comportato il venir meno delle esigenze cautelari. Antonio Mario Tripodi era stato tratto in arresto nel luglio 2020 nell’ambito dell’operazione “Imponimento” condotta dalla Dda di Catanzaro per aver concorso, negli anni 2016-2017, unitamente ai fratelli Domenico e Sante Tripodi ed a Dmenico Lo Bianco di Vibo Valentia in una presunta estorsione ai danni di Antonio Facciolo, all’epoca dei fatti gestore della struttura turistica “Lido degli Aranci”, al fine di agevolare le associazioni mafiose dei Lo Bianco-Barba e dei Tripodi (ottomila euro nel 2016 e diecimila euro nel 2017).
Il processo per i quattro imputati coinvolti nella vicenda estorsiva, si era instaurato dinanzi al Tribunale di Lamezia Terme. A seguito dell’accoglimento dell’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dai difensori degli imputati, il processo era stato quindi spostato dinanzi al Tribunale Vibo Valentia. All’udienza del 17 febbraio 2022 la Procura distrettuale ha però chiesto e ottenuto la riunione di tali posizioni confluite in Imponimento nel maxiprocesso nato dall’operazione Rinascita Scott. A fine luglio 2023, sempre su istanza della difesa, il Tribunale di Vibo Valentia aveva poi deciso di sostituire nei confronti di Tripodi la misura cautelare in carcere con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari.
Al termine del giudizio di primo grado, Antonio Mario Tripodi è stato condannato per estorsione ai danni dell’allora gestore della struttura turistica “Lido degli Aranci” alla pena di 7 anni e 4 mesi di reclusione, oltre ad una multa di novemila euro. Visto il considerevole lasso di tempo trascorso in regime detentivo, superiore a cinque anni, e il corretto comportamento assunto da Tripodi in costanza di misura cautelare, la Corte d’Appello ha quindi deciso di rimettere in libertà l’imputato accogliendo l’istanza formulata dall’avvocato Giuseppe Bagnato. Prosegue, nel frattempo, presso l’aula bunker di Lamezia Terme, dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro, la celebrazione del processo ordinario di secondo grado scaturito dalla maxi-inchiesta Rinascita-Scott dove Tripodi risponderà a piede libero.
Lo stesso Antonio Mario Tripodi era stato in passato coinvolto nell’operazione antimafia “Lybra” riportando nel settembre 2017 una condanna definitiva a 7 anni e 6 mesi per associazione mafiosa quale esponente dell’omonimo clan di Portosalvo. Tale condanna è stata già interamente espiata.



