Cessate le esigenze cautelari, seguirà il processo d’appello a piede libero. In primo grado condannato per un’estorsione aggravata dal metodo mafioso
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Revocata la misura degli arresti domiciliari e ordinata l’immediata scarcerazione nei confronti di Sante Tripodi, 52 anni, di Portosalvo, condannato in primo grado nel maxiprocesso Rinascita Scott a 7 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La decisione è della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Loredana De Franco, giudici Ippolita Luzzo e Michele Ciociola), in accoglimento di un’istanza presentata dagli avvocati Diego Brancia e Riccardo Caramello. I giudici hanno ritenuto cessate le esigenze cautelari in ragione del comportamento serbato dall’imputato in costanza di arresti domiciliari e del tempo decorso dall’applicazione della misura che risale al 15 luglio 2020. Sante Tripodi continuerà quindi a seguire il processo Rinascita Scott da imputato a piede libero. E’ accusato del reato di estorsione pluriaggravata ai danni dell’imprenditore Antonio Facciolo di Pizzo in relazione alla gestione del Lido degli Aranci di Bivona ed al fine di agevolare le associazioni mafiose dei Lo Bianco-Barba e dei Tripodi (ottomila euro la richiesta nel 2016 e diecimila euro nel 2017).
La vicenda è legata al contenuto di un’intercettazione sull’utenza di Rocco Anello (figlio del boss Tommaso Anello), di Filadelfia, grazie alla quale gli investigatori hanno ricostruito l’episodio contestato, transitato dal processo Imponimento a Rinascita Scott.
Nei giorni scorsi era stato scarcerato ed è tornato in libertà, nell’ambito della stessa vicenda processuale, anche il fratello Antonio Tripodi. Sante Tripodi era stato in passato coinvolto nell’operazione antimafia “Lybra” riportando nel settembre 2017 una condanna definitiva a 6 anni e 8 mesi per associazione mafiosa quale esponente dell’omonimo clan di Portosalvo. Tale condanna è stata già interamente espiata.

