La questione del Servizio per le tossicodipendenze (Sert) di Tropea torna nuovamente al centro dell’attenzione pubblica e istituzionale. Antonio Piserà, già consigliere comunale, ha indirizzato una nuova lettera di sollecito ai commissari dell’Asp di Vibo Valentia e al prefetto, evidenziando la perdurante discontinuità nell’erogazione delle cure e chiedendo misure urgenti. Il Sert di Tropea è l’unico presidio pubblico attivo lungo la fascia costiera compresa tra Tropea e Nicotera. Da aprile 2024, tuttavia, la struttura è priva di medico e personale infermieristico. A subirne le conseguenze sono circa 35 pazienti abituali, che necessitano di monitoraggio clinico, somministrazione controllata di farmaci sostitutivi e supporto psicologico.

Nei mesi scorsi erano stati nominati tre professionisti a incarico libero-professionale, ma secondo quanto riportato da Piserà, «nessuno avrebbe assicurato una presenza continuativa e regolare presso la sede di Tropea. Le ripercussioni, sia sanitarie che sociali – ha evidenziato Piserà in un comunicato stampa –, sono rilevanti: un terzo dei pazienti ha abbandonato i percorsi terapeutici. Alcuni si sarebbero rivolti a canali illegali per procurarsi i farmaci, con il rischio di alimentare il mercato nero e le economie criminali locali».

«Molti utenti – ha evidenziato ancora Piserà – sono costretti a rivolgersi al Sert di Pizzo, già in difficoltà, percorrendo decine di chilometri senza mezzi adeguati». L’appello dell’ex consigliere comunale si rafforza poi con una serie di riferimenti normativi, «tra cui l’articolo 32 della Costituzione e il Testo unico sugli stupefacenti (DPR 309/1990), che – ha rimarcato – obbligano le Aziende sanitarie a garantire assistenza continuativa anche per le dipendenze». Piserà chiede dunque ad Asp e Prefettura di Vibo che venga «ripristinata immediatamente una presenza medica e infermieristica almeno bisettimanale, che sia assicurato il supporto socio-psicologico e che si avvi contestualmente in monitoraggio anche su Pizzo per evitare un sovraccarico del servizio».

Per Piserà, in fine, «non si tratta di semplici ritardi amministrativi ma della violazione di un diritto essenziale. Chi è lasciato senza cure rischia di ricadere nelle dipendenze o di diventare facile preda della criminalità. Auspico che le autorità sanitarie e prefettizie rispondano con azioni concrete e tempestive – ha poi concluso –, per evitare che un servizio cruciale per la comunità resti ancora una volta dimenticato».