L’Amministrazione comunale di Vibo Valentia ha ufficializzato l’insediamento del Distretto del cibo all’interno dell’ex caserma Garibaldi, oggi in fase di riconversione per diventare un Polo museale integrato. «Il progetto – spiegano con un nota stampa da palazzo Luigi Rqazza – rappresenta un tassello strategico per il rilancio del centro storico e per la costruzione del Museo della Dieta mediterranea e dell’identità territoriale, un’iniziativa che punta a coniugare scienza, cultura e sviluppo locale». Il Distretto, «unico riconosciuto in Calabria attraverso un bando nazionale del Masaf, sarà composto da un partenariato privato che riunisce oltre 100 soggetti: 40 Comuni, numerose Università e circa 80 imprese del settore agroalimentare. Il Comune di Vibo ha messo a disposizione gli spazi, individuando nel progetto un motore di sviluppo economico e un'opportunità per attrarre investimenti legati alla valorizzazione delle eccellenze locali».

Tra gli obiettivi da voler centrare, ci sono «favorire l’occupazione, innovare le filiere produttive e incrementare il turismo enogastronomico, attraverso un museo che non sarà una semplice esposizione permanente, ma un vero e proprio hub scientifico e culturale, con funzioni educative, tecnologiche e divulgative». La sede, che fungerà anche da centro di governance per il Distretto, «ospiterà un percorso espositivo centrato sullo studio di Ancel Keys a Nicotera (1957–1960), origine del riconoscimento Unesco della Dieta mediterranea. Saranno impiegate tecnologie immersive come realtà aumentata, realtà virtuale e intelligenza artificiale, con l’obiettivo di rendere la visita interattiva e accessibile a un pubblico ampio».

«Tra le attività previste – concludono dal Comune – anche laboratori didattici e percorsi educativi per scuole e operatori del settore, oltre a simulazioni sulle filiere sostenibili attraverso un Food Hackathon Lab». Il sindaco Enzo Romeo ha definito il progetto come una «concreta possibilità per Vibo Valentia di riposizionarsi nel panorama meridionale, aspirando a un ruolo guida nel campo della cultura alimentare e della promozione territoriale».