Le frazioni marine tornano a fare i conti con criticità mai risolte. Sulla ex 522 l’immondizia triturata insieme alle erbacce è lì da quattro mesi delimitata da un nastro della Provincia che non l’ha mai rimossa nonostante la promessa di farlo
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Vibo Marina, Bivona e Porto Salvo. Nelle tre frazioni costiere turisti e villeggianti sono andati via da un pezzo ma il degrado è rimasto intatto. Anzi, è peggiorato. E di molto, con i rifiuti che continuano a crescere indisturbati, lontano da occhi indiscreti e dalle lamentele che sono diminuite solo perché c’è molto meno gente in giro rispetto a luglio e agosto. Ma lo scenario per i residenti è avvilente.
Emblematico in questo senso è il tratto di strada che da Vibo Marina conduce a Pizzo. «Da quattro mesi i rifiuti triturati insieme a canneti e sterpaglie, giacciono lì», denuncia un lettore, indicando la spazzatura affiorata durante le operazioni di falciatura lungo la provinciale 95, l’ex statale 522. Era luglio quando i mezzi della Provincia tagliarono canneti e arbusti ai lati della strada, ma insieme alle erbacce macinarono anche la spazzatura celata nella vegetazione. Sono passati quattro mesi ma da allora nulla è cambiato. A rendere ancora più grottesca la situazione è un nastro bianco dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia che delimita i rifiuti.
Lo scempio denunciato dalle colonne de Il Vibonese, aveva registrato la presa di posizione del presidente della Provincia, Corrado L’Andolina, che aveva attribuito la responsabilità al Comune di Vibo che a suo dire avrebbe dovuto procedere alla rimozione della spazzatura, garantendo però al contempo che l’ente provinciale avrebbe provveduto proprio per sopperire al mancato intervento di Palazzo Luigi Razza. «Ci pensiamo noi», disse L’Andolina con malcelato orgoglio. Promessa rimasta lettera morta, perché quattro mesi dopo la “strada dei rifiuti vista mare” continua a essere un pugno nell’occhio per chi passa su questo che dovrebbe essere uno dei tratti più suggestivi e trafficati della Costa degli Dei.
La situazione non cambia se si va verso Bivona. Lungo le rampe e le strade che conducono all’ex cementificio la distesa di rifiuti non conosce soluzione di continuità: una lunga teoria di monnezza che funge quasi da segnaletica orizzontale per delimitare la carreggiata.
Stessa scena a Porto Salvo, dove i cartelli stradali giacciono a terra tra le erbacce e gli “Stop” sono soltanto un ricordo sbiadito dal sole e dall’asfalto che si sbriciola. Anche all’incrocio dove qualche anno fa un giovane ha perso la vita a causa di un incidente stradale. Oggi, nel punto esatto della tragedia, resta soltanto un’edicola votiva con la sua foto e un mazzo di fiori. Un drammatico monito in tutto questo degrado.
In questo scenario post apocalittico, un corridore solitario rende ancora più surreale la scena: procede a passo svelto, schivando sacchi della spazzatura, sterpaglie e carcasse di animali come fossero ostacoli da allenamento. Poi aumenta il passo, forse per fare in fretta a lasciarsi alle spalle quello scempio.


