Tonnara di Bivona, sarà riscritto lo storico fascicolo dell’immobile

Allestimento museale rimasto imballato negli scantinati comunali, la loggia inaccessibile, i muri ammalorati dall’umidità in risalita, la sala convegni piena di profilattici, i barconi in disfacimento, i portoni murati, le finestre sbarrate, gli acquari rotti, l’antincendio rubato insieme al quadro elettrico. Questa la situazione attuale del complesso architettonico dell’antica Tonnara di Bivona, che innesca un nuovo intervento di quello che ormai si autodefinisce “il difensore civico della Tonnara”, lo storico e artista Antonio Montesanti. [continua in basso]

«Lo sapevamo – afferma rammaricato lo studioso – sono centinaia le priorità non risolte da anni nel territorio, ma questo non rende normale che la Tonnara non sia ancora il Museo del Mare finanziato 4.863 giorni fa». Per cercare di districare l’ingarbugliata matassa, si è rivolto un po’ a tutti: amministrazioni, procuratore e recentemente anche al comandante della Capitaneria di Porto.

«Ringrazio l’attuale comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Marina, Massimiliano Pignatale – scrive nel suo blog Montesanti – per il cordiale incontro durante il quale ho avuto modo di esporre quanto conosco e propongo sulla vicenda della Tonnara di Bivona, come se ne fossi il “difensore civico”. È possibile dire che il quadro della situazione è adesso chiaro a tutti gli enti direttamente o indirettamente coinvolti nella sua valorizzazione, così come sono chiare le procedure da intraprendere per la presa in carico del bene demaniale e per la valorizzazione del complesso d’archeologia industriale tra i più importanti della Calabria. Si attende fiduciosi che si concretizzi presto un progetto di formale presa in carico del bene demaniale, in modo che si sappia chi e perché possiede legittimamente le sue chiavi. Ringrazio, infine, il comandante per la disponibilità a ricostruire, nel frattempo, il fascicolo storico della Tonnara con l’intento di ritrovare finalmente le planimetrie redatte a pennino nel 1911 dall’ingegnere Di Frezza, delle quali non si hanno più notizie da decenni».

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