martedì,Ottobre 15 2024

Il sacrificio del brigadiere Miscia e la maledizione di “Timpa Janca”

In molti, specialmente i più giovani, si chiedono il significato del monumento a forma di elicottero che si incontra in una delle curve della strada Vibo Marina-Pizzo all'altezza della rupe di Timpa Janca. Quel simbolo è stato collocato per ricordare un tragico episodio avvenuto 34 anni addietro.

Il sacrificio del brigadiere Miscia e la maledizione di “Timpa Janca”

di Giuseppe Addesi

La mattina del 16 novembre 1981, la petroliera “Santa Lucia”, ormeggiata nello specchio di mare antistante il porto di Vibo Marina, dopo aver rotto gli ormeggi presumibilmente a causa dei marosi e del forte vento, si incaglia a circa quaranta metri dalla riva in località Timpa Janca. Le condizioni del mare sono pessime. Scattate le operazioni di soccorso, i Vigili del fuoco riescono a trarre in salvo, mediante una fune stesa dalla nave a terra, dieci membri dell’equipaggio.

A bordo rimane il comandante e il primo ufficiale. Le condizioni del mare peggiorano e non consentono di proseguire l’operazione di salvataggio. A questo punto la Capitaneria di Porto chiede l’intervento dell’ottavo nucleo elicotteri dei carabinieri di Vibo Valentia. Sull’elicottero AB-205, predisposto per tale tipo di operazione, prendono posto il capitano Santoliquido, primo pilota, il brigadiere Mancini e il brigadiere Gaetano Miscia, specialista montatore. Appena il velivolo arriva sulla verticale della nave, il brigadiere Miscia tenta di calare una scaletta di corda per recuperare mediante il verricello i due naufraghi, ma qualcosa va storto.

Forse a causa di una violenta folata di vento, l’elicottero urta con la parte posteriore il ponte della nave, gira su sé stesso e precipita in mare. I due membri dell’equipaggio rimasti sulla nave, presi dal panico per un possibile scoppio delle cisterne (la petroliera trasportava 1916 tonnellate di gasolio) riescono a guadagnare la riva con l’aiuto di alcuni volontari del luogo, uno dei quali (Nicola De Leonardo) riesce a salvare i due naufraghi con l’ausilio di una barca e per questo suo coraggioso intervento verrà poi insignito di onorificenza al valore civile.

Il capitano Santoliquido ed il brigadiere Mancini, ritornati quasi subito a galla, vengono prontamente tratti in salvo ma il brigadiere Miscia, forse rimasto impigliato nella scaletta che stava calando, risulta disperso. Il suo corpo verrà ritrovato dai sommozzatori dopo tre giorni di ricerche. Il monumento venne eretto per ricordare la sua generosa azione, costatagli la vita. L’incidente rischiò di provocare anche un disastro ecologico a causa dell’ingente quantità di gasolio fuoruscita dagli squarci della nave.

Per una tragica coincidenza di date, l’episodio avvenne esattamente trenta anni dopo la caduta della littorina delle Ferrovie Calabro-Lucane (17 novembre 1951), che provocò 11 morti e 49 feriti, causata dal crollo del ponte Ciliberto esistente a poche centinaia di metri, in linea d’aria, dal tratto di mare in cui precipitò l’elicottero. E qualcuno, allora, cominciò a parlare di una “maledizione di Timpa Janca”.

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