Confartigianato Vibo: «Tutti aperti fino alle 18 per sostenere bar e ristoranti» – Video

di P. C.

Gli effetti della crisi economica aggravata dalla pandemia in atto sono devastanti ovunque. Figurarsi nella provincia più povera della regione più povera d’Italia. A Vibo Valentia, città morente già prima del Covid19, più che in ginocchio, quindi, si è alla canna del gas. Bar, ristoranti, tassisti, noleggi con conducente: la chiusura anticipata alle 18 ed il coprifuoco alle 21 potrebbero avere effetti letali sulla sopravvivenza stessa di decine di piccole e medie attività. Dopo l’ultimo Dpcm che ha provocato forti tensioni in tutta la Penisola, il Governo prova a mettere una toppa varando il Decreto Ristoro: indennizzi, immediati, per le aziende più penalizzate. [Continua]

Tina Soriano

«Certamente non è con l’assistenzialismo – dice Tina Soriano, presidente provinciale e vicepresidente regionale di Confartigianato Imprese – che si può risollevare l’economia, in particolare in realtà storicamente in sofferenza come le nostre. Qualcosa, in ogni caso, è sempre meglio che niente. Qualcosa subito, però. Ciò che serve, in ogni caso, è inaugurare un tavolo di confronto a livello provinciale, regionale e poi nazionale, per affrontare non solo il presente ma soprattutto il futuro».

«Abbiamo preso atto delle parole del nostro primo ministro e del ministro Gualtieri – le fa eco Maria Romeo, direttore di Confartigianato Imprese Vibo Valentia –. Non sono queste le soluzioni, ma sono risorse che possono essere comunque utili se però immediatamente erogate alle aziende che in questo momento hanno bisogno di un supporto che non sia solo economico ma anche morale».

La riaperta sede di via Dante Alighieri, diventa una trincea nella quale si studia e si fornisce supporto ad associati e non, ad aziende e cittadini: «Consulenza, ascolto, compilazione della modulistica – dice Maria Romeo – non siamo a disposizione, oggi più di sempre perché questo è un momento delicatissimo che potrebbe segnare fatalmente il nostro tessuto economico e sociale».

Maria Romeo

Insomma, la confederazione degli artigiani prova a rimboccarsi le maniche, a fare la sua parte e ad essere propositiva. Così la presidente Tina Soriano lancia un’idea che auspica sia condivisa anche dalle altre categorie produttive: «Apriamo tutti alle 8 e chiudiamo tutti alle 18 – dice – Orario continuato, per cambiare le nostre abitudini per sostenere tutte quelle attività che in forza all’ultimo Dpcm sono costrette ad una chiusura anticipata. Il break per un caffé, una pausa pranzo nel corso dell’orario continuato potrebbero contribuire a tamponare le perdite di quegli esercizi che non potranno più contare sull’apertura serale e che, peraltro, già sono state costrette a ridurre le presenze al loro interno. Credo che allo stesso modo si darebbe la possibilità di vivere meglio e di più la città».

Insomma, sì «all’unità, nella protesta ma anche nella proposta», dice Confartigianato Imprese, che «sostiene la battaglia di tutti quegli operatori economici che protestano contro le ultime restrizioni» e, al tempo stesso, si dice «aperta e a disposizione di tutti. Dobbiamo superare questa fase – conclude Tina Soriano -. Che è drammatica e preoccupante. Ma dobbiamo anche pensare al dopo, a ciò che resterà».

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