Una raccolta di poesie attraverso li quali l’autore racconta il suo progressivo avvicinamento alla fede: «L'uomo non arriva alla sua unità se non cresce nelle sue metà, ovvero quella materiale e quella spirituale»
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La fede, da sempre forza innata e invisibile che spinge, chi crede, ad andare avanti. Dogmi, dubbi, religione e fede sono tutti componenti che, fin dall'inizio dei tempi, hanno esaltato e stimolato il dibattito sulla ricerca di Dio e della salvezza eterna. Cosa c'è nell'Oltre è la domanda che da millenni tutti si pongono ma che non può avere una risposta chiara, tranne per i casi che il mondo religioso definisce miracoli.
La ricerca di Dio
Di certo non è un tema semplice da affrontare poiché, come un puzzle, servono le giuste parole e il giusto tatto. In questo Domenico Nardo è stato estremamente fine nell'affrontare il tema sulla ricerca di Dio attraverso il suo libro "Io Credo", presentato nella serata di sabato all'interno della sala consiliare del comune di Soriano Calabro. Una raccolta di poesie che ripercorre la strada della sua conversione, abbracciando infine totalmente la fede. Risposta importante è stata data non solo dal numeroso pubblico presente, ma anche dai piccoli alunni delle classi prime della Scuola Secondaria di I Grado di Soriano Calabro.
A moderare l'evento è stata Luciana Varì, consigliera comunale con delega alla cultura, che ha inaugurato l'incontro con queste parole: «Corriamo per inseguire traguardi materiali, ma non li raggiungiamo mai se non cresciamo prima spiritualmente. Delle tante, mi ha colpito la poesia "Benedetta la notte", poiché tutti dobbiamo trovare il nostro cammino in questa vita. Tutti ci siamo sentiti soli nel corso della nostra vita e Domenico Nardo, non a caso, usa il termine notte perché è un momento di buio e solitudine nel proprio essere e, proprio in questi casi, non c'è cosa più bella che benedire anche i momenti di dolore».
Parla l'autore
Un vero e proprio testimone di fede Domenico Nardo, chinandosi al richiamo di Dio e abbracciando quella che di fatti è stata una totale conversione. Lui stesso spiega questo graduale cambiamento. iniziando con il commentare la poesia "Il cammino": «Tutti siamo in cammino, ovvero un percorso che ognuno di noi deve fare con il dolore, con la tristezza e con la gioia. Tutti questi però sono sentimenti che spesso allontaniamo perché abbiamo paura di stare con noi stessi. L'uomo, in altre parole, non arriva alla sua unità se non cresce nelle sue metà, ovvero quella materiale e quella spirituale, e quest'ultima parte si alimenta solo con la preghiera. Gesù ha affrontato grandi ostacoli come i quaranta giorni nel deserto e quella è una chiara indicazione di metà spirituale».
L'autore si riallaccia poi alla poesia, già citata da Luciana Varì, "Benedetta la notte": «Tutti ci siamo trovati in un momento di solitudine ed è proprio in questi momenti che ci mettiamo in contatto con noi stessi, questo però ci fa paura perché non conosciamo il nostro lato oscuro, dunque facciamo di tutto per evitare il dolore perché non sappiamo gestirlo. Io ero proprio in questa condizione perché avevo una lotta dentro di me, pregando però mi sentivo meglio. Non andavo a messa da circa trent'anni e quando mia moglie mi chiese di andarci, risposi di sì».
Verso la conversione
Inizia così il percorso di conversione: «In seguito ci invitarono a Rimini per un evento sulla rinnovazione dello Spirito Santo. Lì sentivo una voce che mi diceva di andare. In quell'occasione c'erano ventimila persone e, sentendo quelle preghiere, sentivo che mi stavano cambiando piano piano. Quella stessa voce però mi spingeva a parlare con Gesù, così chiesi per tre volte, con tutte le mie forze, la presenza di Gesù dentro di me. Per tre volte ma non successe nulla, ma alla quarta volta sentii una luce accecante e ogni pensiero negativo scomparve. In quel momento capii che era successo qualcosa di straordinario. Ricordo anche che piansi un po' e fu lì che cominciai a essere testimone di Gesù. Iniziai a riscoprire la bibbia e la teologia che avevo lasciato e cominciai a scrivere queste poesie, ripercorrendo la storia della mia conversione».
Le parole di padre Rosario
Presente all'incontro anche padre Rosario Licciardello, Priore del convento di San Domenico: «Il dono della fede lo abbiamo tutti, a partire dal battesimo. Anche l'intelligenza è un dono che abbiamo tutti, ma quest'ultima la formiamo andando a scuola. Così come si approfondisce la materia a scuola, però, la stessa cosa vale per la fede. Domenico Nardo, nelle sue poesie, racconta ciò che ha sperimentato attraverso il suo contatto con Dio e con Gesù. Oltre a questo, però, ci invita anche a riscoprire questo dono che tutti abbiamo. C'è inoltre una poesia che descrive la preghiera e si chiama "Il mistero". In questa poesia spiega come una preghiera non costa fatica, ma ti può aprire nuove visioni. Ti mette in contatto con te e con l'universo, poiché nella preghiera si svela il mistero, trasformando dunque la nostra vita».

