Signor presidente, Nardodipace, come è noto, è stato, e lo è tuttora, il paradigma delle “zone interne” della Calabria. Sembra che qui si siano dati appuntamento tutti i fattori negativi di questa regione. Un noto antropologo calabrese, Mariano Meligrana, ha parlato di “Organizzazione della dimenticanza”. E c’è di più: Nardodipace che aveva la medaglia di paese più povero d’Italia, oggi ha anche quella di paese mafioso, per avere subito, consecutivamente, due scioglimenti del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, appunto. A ciò, conseguentemente, è seguita l’inevitabile dichiarazione di dissesto finanziario dovuto ad una gestione non certo oculata delle finanze del Comune. Il disastro provocato è stato notevole, i danni subiti dai cittadini sono stati più grandi di quelli provocati da tutte le alluvioni messe insieme, che hanno devastato Nardodipace. La risposta dello Stato: il silenzio, mentre era necessario che si ponesse mano a tutta una serie di interventi volti alla realizzazione di un progetto di ricostruzione economica e sociale, oltre che culturale, di una intera comunità che in silenzio invocava aiuto. A tutt’oggi non si vede alcun segnale che vada verso questa direzione.
Così, è normale che in situazioni di totale abbandono, aumenti lo sconforto e la sfiducia nei confronti delle istituzioni e soprattutto dello Stato; sfiducia che potrebbe determinare anche la fine della pur debole fiammella di speranza che abbiamo cercato di riaccendere nel tentativo di ricondurre i giovani sul terreno della legalità, della giustizia sociale e del progresso culturale come contrasto alla criminalità organizzata. Certamente questa Amministrazione, comunque sia, non si fermerà difronte a questa sorta di determinismo e di rassegnazione che dice: “così vanno le cose, è inutile lottare”. Noi intendiamo, invece, organizzare tutte le residue energie positive esistenti sul territorio e tutti i fattori positivi di questa comunità, per contrastare ogni forma di illegalità e ogni forma di abbandono, che messi insieme rappresentano il terreno di coltura delle organizzazioni criminali e una forte spinta verso lo spopolamento del territorio comunale.
I primi interventi possibili potranno essere i seguenti: organizzativi, per la costituzione di reti di servizi, per la gestione a sportello di servizi alla persona e all’impresa basati sulla domanda diretta di salute, trasporti, assistenza tecnica, ecc.; di potenziamento dei servizi secondo forme peculiari idonee agli insediamenti minori (es.: connessioni internet satellitari centralizzate, servizi completi di internet banking, pratiche burocratiche online, strumenti di istruzione e formazione a distanza riconosciuti, istruzione con docenti itineranti, servizi di trasporto); di incentivazione (incentivi localizzati all’insediamento diretti e indiretti, ivi compresi contributi per l’acquisto e la ristrutturazione di abitazioni o unità produttive locali, o l’offerta agevolata di unità nei centri storici, finanziamento di centri polifunzionali e di aggregazione con finalità ricreative e culturali); di promozione (azioni di marketing territoriale su opportunità residenziali e di micro-insediamento produttivo, rivolte all’interno e all’esterno).
*Sindaco di Nardodipace