sabato,Aprile 20 2024

Caso Mura greche, Lombardo rassicura: «Procedure in regola con la tutela dei resti archeologici»

L’assessore comunale ai Lavori pubblici interviene in merito ai lavori in via Paolo Orsi: «Nessun tratto di mura è stato cementificato o coperto con asfalto»

Caso Mura greche, Lombardo rassicura: «Procedure in regola con la tutela dei resti archeologici»

«L’amministrazione comunale di Vibo Valentia, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle arti e paesaggio della Città metropolitana di Reggio Calabria e della Provincia di Vibo Valentia, sta procedendo alla riqualificazione di via Paolo Orsi, grazie ad un finanziamento derivante dalla Legge Regionale 9/2007 per la realizzazione di interventi infrastrutturali da destinare al risanamento».

A riferirlo è l’assessore comunale ai Lavori pubblici Lorenzo Lombardo, intervenendo sul caso del tratto delle Mura greche di Vibo Valentia, situato per l’appunto in corrispondenza con via Paolo Orsi, la stessa strada interessata da lavori di ripristino.

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«Questo – spiega l’assessore – è un dato importante da cui partire perché ci fa comprendere che il finanziamento ottenuto non può essere utilizzato per altro tipo di intervento che non rispetta l’oggetto dello stesso. Riqualificazione intesa come messa in sicurezza e ripristino della funzionalità della strada di collegamento al cimitero nel pieno ed assoluto rispetto dei ritrovamenti storici. Una strada anch’essa storica, che risale all’800, costruita per connettere l’abitato esistente al cimitero. Tale strada, costruita sui resti delle cinte murarie di origine greca, ha protetto perfettamente le mura greche che si trovano sotto di essa e che l’attuale Amministrazione vuole continuare a proteggere e tutelare. Si sottolinea a tal proposito che quando la Soprintendenza nel 2005 ha espropriato tutta l’area della necropoli e delle Mura greche, non ha espropriato l’area della strada. In conformità con quanto disposto dall’Ente di tutela, l’amministrazione comunale, in seguito a bando pubblico, ha affidato i lavori si sorveglianza archeologica ad un’archeologa professionista».

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Ancora, argomenta Lombardo, «l’amministrazione precisa che i saggi archeologici disposti nel corso della realizzazione dell’opera in progetto, si trovano all’interno di un’area di cantiere recintata che inizia dall’incrocio di via Orsi con il piazzale del cimitero e finisce all’intersezione della medesima con via De Gasperi. Il cantiere non può essere accessibile a personale non autorizzato. Nonostante questo, il cantiere è costantemente oggetto di infrazioni che sono state denunciate alle forze dell’ordine. Tali infrazioni sono particolarmente gravi poiché provocano ricorrentemente danni al patrimonio emerso e soprattutto alterano il contesto archeologico».

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Vi è poi l’aspetto della chiarezza delle informazioni che Lombardo affronta in questi termini: «si è verificato che, specie sul web, circolano informazioni non corrispondenti alla realtà dei fatti e dichiarazioni fallaci riguardo l’andamento dei lavori e l’operato dei professionisti in esso coinvolti a vario titolo. Questa amministrazione precisa – altresì – di aver eseguito tutti gli adempimenti disposti dall’Ente di tutela. A ciò si aggiunga che i lavori riguardanti i parchi archeologici, la cementificazione o la copertura con asfalto di tratti di mura nel cantiere ora in corso, o la distruzione di lacerti murari antichi non trovano alcun riscontro nella realtà dei fatti. I tre milioni di euro già stanziati per la valorizzazione delle emergenze archeologiche vibonesi, sono ripartiti per scavo e valorizzazione e fruizione delle aree Cofino, Castello di Bivona, tempio Parco delle Rimembranze ed aree limitrofe. Tale cantiere è fermo non per responsabilità dell’amministrazione, ma poiché è stato necessario risolvere il contratto d’appalto con la Ditta appaltatrice per sopraggiunta interdittiva prefettizia. Infine, un ulteriore milione di euro è relativo ai cantieri di Sant’Aloe e Mura greche».

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E infine si spiega che «l’amministrazione comunale, in particolar modo questo assessorato, avvieranno tutte le procedure e tutti gli sforzi necessari per intercettare finanziamenti mirati alla salvaguardia dei beni archeologici rinvenuti in via Paolo Orsi perché abbiamo a cuore la storia ed il passato di Vibo che però non deve in nessun modo compromettere il futuro dei cittadini».

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