martedì,Marzo 19 2024

Stefano Luciano in Alternativa popolare, l’asse Costa-Mangialavori traballa

Politica vibonese in fibrillazione in vista delle prossime elezioni. L’accordo Pd-Ap spianerebbe la strada all’attuale presidente del Consiglio verso lo scranno più alto di Palazzo Razza favorendo Censore. Lo Schiavo terzo incomodo. Callipo e De Nisi alla finestra

Stefano Luciano in Alternativa popolare, l’asse Costa-Mangialavori traballa

Grandi manovre e riposizionamenti. L’appuntamento con le elezioni politiche si avvicina a passi larghi e gli esponenti di primo piano della politica locale tessono i fili delle alleanze, dei calcoli elettorali e delle strategie trasversali, per guadagnare una posizione che li veda, chi più chi meno, protagonisti della ridefinizione del quadro politico che inevitabilmente l’appuntamento elettorale determinerà.

Movimenti dai quali, ovviamente, non sono esenti gli attori della scena pubblica vibonese, che già scaldano i muscoli in vista della competizione elettorale. Interessanti appaiono in particolare le fibrillazioni che agitano la politica cittadina e fanno inevitabilmente sentire le proprie ripercussioni all’interno dell’assise di Palazzo Luigi Razza, sede del Comune di Vibo. 

Come il passaggio in Alternativa popolare del presidente del Consiglio Stefano Luciano, dato ormai per certo negli ambienti politici, e che, in virtù dell’alleanza tra il partito di Alfano e il Partito democratico in Calabria, potrebbe causare effetti a cascata anche all’interno della maggioranza guidata da Elio Costa.

La stessa che si è retta per oltre due anni proprio sull’alleanza tra l’ex delfino di Ottavio Bruni e il plenipotenziario di Forza Italia in città Giuseppe Mangialavori. Due enfant prodige della politica vibonese, ambiziosi e rassicuranti per l’elettorato cittadino, in grado di capitalizzare consensi importanti e blindare con la forza dei numeri buona parte di Giunta e Consiglio. Due azionisti di maggioranza, dunque, ai quali Costa ha dovuto inevitabilmente accodarsi tradendo quel patto elettorale che lo aveva visto strenuo difensore della connotazione civica del suo mandato.

Ma il segnale più diretto Luciano lo manda proprio a Mangialavori che vede così sfumare il potenziale sostegno di un alleato nella corsa al Parlamento e contestualmente osserva rafforzarsi il fronte costituito da Pd e Ap, che punta sulla ricandidatura del deputato Bruno Censore. Un accordo che, in chiave prettamente vibonese, equivarrebbe a consegnare la “golden share” sul Comune a Stefano Luciano, che avrebbe così la strada spianata verso la candidatura a sindaco, una volta “tolto di mezzo” Elio Costa. Per il parlamentare serrese, d’altro canto, Luciano rappresenta una pedina importante a Vibo città, dove non ha mai fatto breccia in termini di appeal elettorale, nonché un modo per recuperare consensi nell’area di centro compensando l’inevitabile emorragia a sinistra verso il Movimento democratico e progressista che a Vibo vedrà scendere in campo il già candidato a sindaco del centrosinistra Antonio Lo Schiavo, tra i leader dei bersaniani in Calabria, fresco reduce dell’assemblea romana che ha dato vita alla lista unica di sinistra “Liberi e uguali”. Lo stesso Lo Schiavo si candida come autorevole terzo incomodo nel confronto a distanza tra Censore e Mangialavori, puntando a calamitare il voto di chi non si riconosce nei due poli in campo.

E mentre, dopo il suo reintegro a Palazzo Campanella, Ap ha recentemente accolto il consigliere regionale Nazzareno Salerno che quindi si ritroverà a giocare nella stessa squadra dell’eterno rivale Censore, vi è da registrare la fuoriuscita del consigliere regionale Vincenzo Pasqua dal gruppo Oliverio presidente e il suo avvicinamento al centrodestra, a chiudere il quadro delle potenziali candidature di peso nel Vibonese.

E gli altri big? Il presidente Anci Calabria e sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, si chiama fuori dai giochi e non risponderà a quelle sirene romane che più volte gli sono state associate. L’ex presidente della Provincia Francesco De Nisi, infine, questa volta opterà per il “voto utile”, scegliendo di sostenere il candidato che a suo avviso avrà più chance di farcela. Escluso, naturalmente, l’avversario storico Brunello Censore, l’ex sindaco di Filadelfia potrebbe adottare una scelta niente affatto scontata…

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