Resta definitivamente esclusa dalla competizione elettorale del 23 e 24 novembre prossimi la lista “Uniamo Acquaro” con candidato a sindaco l’ex primo cittadino Giuseppe Barilaro. È quanto deciso dalla quinta sezione del Consiglio di Stato che ha così confermato la sentenza del Tar del 30 ottobre scorso e, quindi, anche l’esclusione della lista decisa dalla Commissione elettorale circondariale di Vibo Valentia. Il ricorso al Consiglio di Stato avverso la decisione del Tar era stato presentato da Giuseppe Barilaro, Rocco Stramandinoli e Antonio Bruni, rappresentati e difesi dagli avvocati Francesco Izzo, Antonio Barilaro. Anche per il Consiglio di Stato la lista “Uniamo Acquaro” è stata legittimamente esclusa dalla competizione elettorale per: l’assenza del contrassegno di lista sui moduli contenenti le firme dei sottoscrittori; la mancata congiunzione materiale tra il modulo principale e i fogli separati contenenti le sottoscrizioni; l’omessa indicazione della data nell’atto di autenticazione delle firme.

Il Consiglio di Stato con apposita sentenza ha ribadito “l'esigenza che la sottoscrizione sia apposta su moduli contenenti il contrassegno della lista e le generalità dei candidati, finalizzata a garantire e attestare la consapevolezza e volontà dei firmatari di fornire supporto a quella specifica compagine politica e al relativo progetto di governo. I moduli aggiuntivi utilizzati per la sottoscrizione delle liste, quando siano privi dell'indicazione del contrassegno di lista e dell'elenco dei candidati, devono necessariamente essere uniti al primo foglio da elementi ulteriori rispetto alla semplice spillatura, timbri lineari, firme, etc., in modo da consentire alla Commissione elettorale di verificare in maniera inequivoca che i sottoscrittori fossero consapevoli di dare il proprio appoggio a quella determinata lista e ai relativi candidati. I timbri di congiunzione dei fogli con le sottoscrizioni non solo sono assolutamente necessari al fine di garantire la consapevolezza dei presentatori rispetto agli elementi essenziali della lista, contrassegno e candidati, ma devono essere anche apposti in data certa anteriore alla raccolta delle sottoscrizioni”. I giudici amministrativi di secondo grado ricordano anche che “l'attestazione apposta dal pubblico ufficiale in calce alle sottoscrizioni riguarda l'autenticità delle sottoscrizioni stesse ma non il fatto che il documento fosse ab origine unico e che i sottoscrittori fossero quindi consapevoli del sostegno offerto alle candidature”.
Nel caso della lista “Uniamo Acquaro”, per il Consiglio di Stato è invece “pacifica l’assenza del contrassegno di lista sui tutti i moduli contenenti le sottoscrizioni, nonché l’assenza di una qualsiasi forma di congiunzione fisica con il modulo principale – a prescindere dal numero di firme contenute in ciascuna pagina –, con conseguente violazione di legge”. Le forme – ricordano i giudici amministrativi – non sono fini a sé stesse, ma risultano dettate per il raggiungimento di un determinato scopo e “la certezza che i sottoscrittori abbiano sostenuto una lista composta da determinati candidati deve ricavarsi da elementi documentali e contestuali alla presentazione delle candidature e non può essere desunta da evidenze fenomeniche”.

Resta quindi in campo per le comunali di Acquaro unicamente la lista che candida a sindaco Pino Ferraro, ispettore di polizia in pensione. Con lui sono candidati alla carica di consigliere comunale: Robert Aloe, Maria Concetta Caporale, Mariarosa Femia, Giusi Maiolo, Giuseppe Maiolo, Massimo Malvaso, Umberto Muratore, Antonio Poci, Francesco Scarmozzino e Rosario Schiavello.
Nella lista di Giuseppe Barilaro figuravano invece candidati quali aspiranti consiglieri: Filippo Alessandria, Giuseppe Bono, Bruno Ciancio, Antonio Corbo, Antonio Demasi, Naomi Latassa, Giovanni Montagnese, Gabriele Sangiuliano, Domenico Tascone e Saverio Viola i quali restano fuori dalla competizione elettorale.
Da ricordare che Acquaro ritorna alle urne dopo due anni di commissariamento degli organi elettivi del Comune per infiltrazioni mafiose.