Come lo scorso anno in prossimità del Natale molti giovani professionisti che vivono e lavorano nel capoluogo lombardo hanno organizzato una serata per celebrare le radici calabresi e brindare al futuro con un pizzico di inevitabile nostalgia
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Milano corre veloce. I suoi ritmi incalzanti accompagnano il passo di una città che si reinventa ogni giorno, assorbendo culture, talenti e storie provenienti da ogni angolo del Paese. Tra queste, c’è anche quella dei vibonesi che hanno scelto il capoluogo lombardo per studiare, lavorare o costruire un futuro diverso. Una comunità silenziosa ma tenace, che ha lasciato la Calabria senza mai davvero abbandonarla. E che in prossimità del Natale si ritrova per consolidare quel senso di appartenenza che ormai non si declina più in mero rimpianto per essere andati via, ma intreccia esperienze, successi e difficoltà di una nuova quotidianità dall’altra parte del Paese.
L’emigrazione, per la Calabria, non è certo un fenomeno nuovo. Ma oggi ha i tratti di una generazione diversa: più istruita, più dinamica, proiettata verso orizzonti professionali che il territorio d’origine fatica ancora a offrire. Non più valigie di cartone, ma biglietti aerei last minute, chat di gruppo, videochiamate che accorciano le distanze.
Marco Mazzeo, Titti Lico, Giulia Floriani, Claudio Notaristefano e Vittoria Luciano sono solo alcuni dei nomi che rappresentano questo legame resistente. Giovani che nel caos della metropoli non si sono smarriti, anzi: si sono ritrovati. Attorno a un aperitivo, certo, ma soprattutto attorno all’idea di creare una rete di sostegno, amicizia e collaborazione. Una piccola Calabria che non si limita a ricordare, ma costruisce iniziative, relazioni, opportunità.

