Gennaro Crispo rimarca l’obiettivo di tornare sotto l’amministrazione della vecchia Provincia: «Già nel 2017 il Consiglio comunale si espresse in questo senso, ora siamo tanti». Non solo Brognaturo che ha già aderito alla proposta di Serra, ma anche Spadola, Nardodipace, Fabrizia e Mongiana ci stanno pensando
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Perché vogliamo passare con Catanzaro? Per capirlo basta percorrere le strade tra una provincia e l’altra, cosa che facciamo ogni giorno da queste parti: sembra di passare dal Terzo Mondo agli Stati Uniti». Magari strapperà qualche sorriso la metafora usata dal sindaco di Simbario, Gennaro Crispo, ma rende l’idea. Notte e giorno, incuria e manutenzione, erbacce e cunette pulite.
Travalica ogni disquisizione di carattere identitario la motivazione che spinge Simbario ad aderire senza riserve all’appello lanciato dal sindaco di Serra San Bruno, che - complice anche la campagna elettorale per le amministrative di primavera - ha annunciato di voler avviare in Consiglio comunale l’iter per tornare sotto l’amministrazione di Catanzaro, come è stato prima del 1995, anno in cui la nuova Provincia di Vibo Valentia assunse piena autonomia in seguito alla legge del 1992 promossa dal senatore Antonino Murmura.
Un passaggio che in montagna non è stato mai digerito. Sono passati più di trent’anni, ma da queste parti si sentono ancora come un bambino con il naso schiacciato sulla vetrina della pasticceria: vedere ma non toccare. In questo caso, però, dall’altra parte del vetro burocratico ci sono strade più curate, un sistema sanitario che funziona, minore isolamento amministrativo, servizi più vicini ed efficienti. Insomma, non sarà il Paese di Bengodi ma è comunque una Calabria diversa e più attraente rispetto a quella compressa nella provincia vibonese, dove i Comuni della costa dominano quel poco che c’è da dominare.
«Siamo con Serra - continua Crispo, quasi sorpreso che qualcuno ancora gli chieda perché vogliano passare con Catanzaro -. Ho parlato con il sindaco Barillari e siamo assolutamente in sintonia su questa battaglia. D’altronde, già nel 2017, l’allora sindaco Ovidio Romano, insieme al compianto sindaco di Brognaturo Cosimo Tassone (padre dell’attuale sindaco Rossana Tassone, ndr), aveva portato la questione all’attenzione del Consiglio comunale di Simbario che aveva approvato la relativa delibera. Ora si aggiunge Serra San Bruno. E poi c’è Spadola. Ma anche Fabrizia, Mongiana e Nardodipace stanno ragionando su questa eventualità che oggi potrebbe realizzarsi perché, si sa, l’unione fa la forza».
Insomma, i comuni montani se ne vogliono andare. I motivi, come accennato, non hanno bisogno di retorica e giri di parole. «Quotidianamente ci interfacciamo maggiormente con il Catanzarese – spiega Crispo -. Per noi è più normale e semplice andare ad esempio a Chiaravalle, Soverato o Catanzaro per sbrigare una pratica, fare una visita medica o shopping. Anche per gli ospedali vale lo stesso ragionamento: ci rivolgiamo a quelli catanzaresi. E appena usciti dai confini vibonesi ce ne accorgiamo subito, perché le strade cambiano letteralmente aspetto. Ci lasciamo alle spalle erbacce, buche, avvallamenti e torniamo nel mondo civilizzato».



