Mino De Pinto, ex commissario cittadino della Lega, decide di togliersi qualche altro sassolino dalle scarpe dopo la delusione per la mancata candidatura alle recenti elezioni regionali con il partito di Salvini. Al suo posto, all’ultimo momento, venne candidata Maria Limardo, ex sindaca di Vibo, proveniente da Forza Italia. De Pinto, dunque, uscì dalla Lega sbattendo la porta dopo 10 anni di militanza. Ora, a distanza di meno di un mese dalla tornata elettorale, torna sulla questione con una lettera aperta per stigmatizzare l’incarico assegnato a Limardo (non eletta il 5 e 6 ottobre) nel Cda di Fintecna, società interamente controllata da Cassa depositi e prestiti, che si occupa della liquidazione di aziende e immobili, di servizi immobiliari e di supporto alle Pubbliche amministrazioni, soprattutto in situazioni emergenziali.
«Il paradosso è che questa vicenda, in sé, non desta più indignazione ed è percepita come la normalità – scrive De Pinto -. Ovviamente io non ho nulla contro Maria Limardo, la mia rabbia è, credo, anche quella di tanti sostenitori e militanti che ho sempre dignitosamente rappresentato, lottando contro il sistema, cercando di formare una classe dirigente onesta senza compromessi, per cercare di rappresentare al meglio il territorio e le esigenze dei cittadini. Alle elezioni amministrative del 2024 abbiamo dato dimostrazione di non allearci per il secondo mandato della sindaca Limardo per difendere la dignità del partito e credo che questo fatto sia sotto gli occhi di tutti».

De Pinto, dunque, ripercorre gli step della sua mancata candidatura: «Il Partito regionale e nazionale, all’insaputa di militanti e sostenitori, senza nessun confronto democratico e dopo la sottoscrizione presso il T Hotel di Lamezia Terme della candidatura alle elezioni regionali del Commissario cittadino di Vibo già segretario territoriale eletto democraticamente al Congresso del dicembre 2022, ha letteralmente escluso la mia candidatura e solo dai giornali online si è appreso della candidatura di Maria Limardo direttamente da Roma alla presenza di Matteo Salvini».

Da qui la sua amarezza: «Mi chiedo come si possa pensare di riportare fiducia tra la gente se poi il cittadino vota, l’apparato incassa e la politica, quella vera, fatta di militanza, visione e spirito di servizio resta ancora una volta fuori dalle stanze».
«Ho fatto due scuole di formazione politica con la Lega nel 2016/2017 - continua - ma purtroppo poi si arriva sui territori e non si rispetta nulla. Credo che la politica tutta si debba interrogare per cercare di sforzarsi a selezionare i candidati partendo dai Comuni fino al Parlamento europeo, altrimenti ci troveremo davanti ad una rivolta sociale; le persone sono stufe, ho avuto questa esperienza alle regionali e posso dire che in molti non hanno più la volontà di esprimere la loro fiducia perché l’hanno ormai persa».