di Rocco Greco
A Pizzo, una tradizione che si perde nella notte dei tempi, è quella della pasta con i ceci che ogni anno il 18 di marzo, vigilia di San Giuseppe, viene distribuita ai fedeli dall’Arciconfraternita del Santissimo nome di Maria, meglio conosciuta come chiesa di San Sebastiano.
Anticamente voleva essere semplicemente un pasto caldo che in questa occasione la chiesa offriva ai più bisognosi in forma di carità ma, anno dopo anno e secolo dopo secolo, per l’intera comunità è divenuto un appuntamento da non mancare, simbolo di devozione a San Giuseppe, il santo patrono dei lavoratori e custode della famiglia, da sempre oggetto di viva e sincera venerazione da parte di ogni pizzitano.
Nei locali di pertinenza della chiesa, i confratelli della congregazione, con a capo il priore, attualmente Francesco Bellezza, già dalla sera prima mettono i ceci in ammollo in capaci calderoni e la mattina dopo, sul presto, inizia la cottura che rende morbidi e prelibati i legumi secchi.
Il senso della manifestazione l’ho voluto racchiudere ed esprimere in versi, proprio nell’idioma pizzitano:
“Pe’ tradizioni, chi veni di lundanu
vigilia ‘i San Giuseppi ndi mangiamu
pasta cu i ciciari chi faci Sambestianu!
Pô pizzitanu è devozioni e vandu
si va e si pijja ‘ngloria di lu Sandu!”