Covid 19, la ribellione delle famiglie alla didattica in presenza: diserzione di massa di bus e aule

Bus semideserti, così come le aule. Alla ripresa della didattica in presenza anche nelle scuole superiori, le famiglie si rendono protagoniste di una ribellione silenziosa al sistema. Non si avverte alcuna sicurezza nel sistema di trasporto pubblico: sarebbe impossibile, sostengono diversi genitori, far rispettare le distanze di sicurezza nei rinomati bus pollaio calabresi. Si teme, così, che la scuola – anche alla luce della riconosciuta insofferenza al rispetto delle regole di distanziamento da parte degli adolescenti – possa diventare un luogo di esplosione del contagio da Covid 19.

I test antigenici iniziati all’Istituto magistrale

Così, mentre nelle elementari e medie, malgrado le riserve di una parte delle famiglie, si continua con le lezioni, salvo isolati casi di contagio e conseguenti interruzioni per interventi di sanificazione, nelle superiori il ritorno ad una relativa normalità è remoto. Metaforica la situazione al liceo Vito Capialbi, dove stamani sono iniziati i test antigenici su tutto personale scolastico che da domani saranno allargati a tutti gli studenti, ovvero quelli che hanno ripreso le lezioni. Numerose classi vuote, poche altre con una sparuta presenza di ragazzi, pochissime quelle piene.

Una situazione che è fotografata dai numeri forniti dal dirigente scolastico Antonello Scalamandré: «Sono state settecento le richieste delle famiglie affinché si prosegua con la didattica a distanza». Un numero elevatissimo, che racconta plasticamente come le famiglie – sulla ripresa in presenza delle lezioni – siano sostanzialmente spaccate. E spiega anche quanto sarà difficile ritornare alla vera scuola fino a che non si perverrà alla tanto agognata immunità di gregge.

«C’è molta paura e quindi come primo giorno abbiamo registrato una grande assenza – continua il preside -. Intere classi non sono entrate e la popolazione scolastica è chiaramente molto al di sotto del 50%. Sono preoccupate le famiglie, ma anche i ragazzi. Vediamo come ne usciremo fuori, piano piano…». Il dirigente Scalamandrè, d’altro canto, si sofferma pure sull’ordinanza varata dal governatore facente funzioni Nino Spirlì, pervenuta alla vigilia del ritorno in presenza anche alle superiori e che ha destato forti polemiche: «L‘organizzazione che avevamo preparato fino a sabato – aggiunge – rispondeva alle indicazioni ministeriali, minimo 50% e massimo 75%. Avevamo deciso di restare su una media bassa, affinché si riprendesse in tranquillità. L’ordinanza di Spirlì, offrendo ai genitori la facoltà di scegliere tra presenza e didattica a distanza, ha scatenato il caos. Tanti, tantissimi, hanno scelto la didattica a distanza e questo è il risultato».

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