Il parlamentare del Movimento 5 Stelle commenta le dimissioni del medico dell’Asp di Vibo: «Carichi di lavoro e turni massacranti costringono i camici bianchi a lasciare la sanità pubblica. La politica regionale fa solo parole»
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Le dimissioni dell’urologo Alberto Ventrice dall’Asp di Vibo rappresentano, secondo il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Tucci, «l’emblema di una politica regionale fallimentare, inemendabile, che fa tante parole, ma pochi fatti».
In una nota stampa Tucci evidenzia come la vicenda di Ventrice non sia isolata. «È un dato ormai acclarato che i camici bianchi dentro le nostre strutture pubbliche siano costretti a lavorare in condizioni proibitive tra carichi di lavoro eccessivi, turni massacranti e carenza di personale e di strumentazione sanitaria», spiega il parlamentare.
Il deputato sottolinea in particolare le criticità dell’ospedale di Tropea: «Sintomatica è l’anomalia rilevata al nosocomio tropeano, dove la sala operatoria non può essere utilizzata per mancanza di anestesisti. Ciò induce la struttura a offrire un servizio strettamente ambulatoriale, mentre per interventi più seri bisogna rivolgersi altrove. Cosa gravissima per un presidio che in estate dovrebbe servire un’utenza decuplicata dalla presenza dei turisti».
Tucci evidenzia inoltre come il fenomeno non sia isolato: «Ventrice non è il primo medico a lasciare la sanità pubblica, prima di lui ci ha pensato un eccellente ortopedico cubano ingaggiato da una struttura privata del Vibonese. E mentre il pubblico va in malora, il privato ingrassa».
Il deputato conclude lanciando un monito alla politica regionale: «Di fronte a tutto questo, Occhiuto non dà segnali di preoccupazione, anzi. Ha passato l’ultimo mese a magnificare la sua azione nella sanità, peccato la sua narrazione lasci quotidianamente il passo alla dura realtà».

