L’associazione chiede anche ai sindaci della provincia di togliersi la fascia in segno di estrema protesta contro una situazione definita «intollerabile». E organizza un evento sul tema per il 10 dicembre
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«A Vibo il modello Occhiuto è crollato, si dimettano tutti: sindaci vibonesi e commissari Asp». L’Associazione Ali di Vibonesità non intende aspettare la riunione sull’allarme sanità nel Vibonese, convocata dal prefetto il 3 dicembre, e lancia subito la sua provocazione per una situazione definita «sempre più grave e intollerabile». In una nota diffusa dall’associazione, si spiega che la prefettura avrebbe preso atto del «fermento proveniente dal territorio» e dell’esasperazione delle comunità locali di fronte a servizi sanitari ritenuti inadeguati. Ma pur manifestando «piena condivisione» per l’iniziativa del prefetto, ha annunciato la convocazione del proprio Consiglio direttivo per il 5 dicembre, due giorni dopo. Durante il quale chiederà formalmente le dimissioni dei componenti della Commissione straordinaria dell’Asp: Gianfranco Tomao, Gandolfo Miserendino e Gianluca Orlando. Gli stessi, sostiene l’associazione, avrebbero dimostrato «manifesta incapacità gestionale» nel governare un sistema sanitario «critico e allo stremo». Nella nota si punta il dito soprattutto su Miserendino, che ricopre contemporaneamente il ruolo di direttore generale di Azienda Zero, definito «un’altra montagna di chiacchiere sulla sanità che non funziona».
Serve, afferma il comunicato, «una immediata inversione di rotta», con «tavoli tecnici nuovi» e un approccio basato su «concretezza, consapevolezza e senso di responsabilità», perché «il cittadino non merita di essere preso in giro».
Critiche ai sindaci e richiesta di una protesta istituzionale
“Ali di Vibonesità” annuncia inoltre che proporrà le dimissioni collettive dei sindaci della provincia come forma di protesta contro la «scarsa e non più tollerabile considerazione» che la Regione Calabria riserverebbe al Vibonese nella programmazione dei servizi sanitari.
Un’accusa che arriva all’indomani dell’assemblea della Conferenza dei sindaci tenutasi a Palazzo Luigi Razza, da cui, secondo la nota, sarebbe emerso «un nulla di fatto» per via di una «cultura del campanile» che impedirebbe un’azione comune e unitaria.
L’associazione cita anche il caso del don Mottola Medical Center di Drapia e stigmatizza «l’assurdo atteggiamento» mostrato sulla vicenda delle dimissioni dell’urologo di Tropea Alberto Ventrice, ritenute il segnale di «una nuova possibile ondata di preoccupanti abbandoni».
Un grande incontro pubblico sulla “cattiva sanità”
Infine, “Ali di Vibonesità” chiama direttamente in causa la cittadinanza, invitandola a partecipare all’evento in programma mercoledì 10 dicembre alle ore 16.30 nell’Aula Magna del Convitto Nazionale “G. Filangieri”.
Il dibattito sarà coordinato dal rettore del Convitto, Alberto Capria, e vedrà la partecipazione di figure istituzionali, sanitarie e associative: Giusi Borello, già direttore del “G. Moscati”, il sindaco Enzo Romeo, Salvatore Fortunato Giordano, Enzo Natale dell’Ordine dei medici e odontoiatri, il giornalista Pino Brosio, il portavoce provinciale del Forum del Terzo Settore Giuseppe Conocchiella, il consigliere regionale Vito Pitaro e lo stesso Gianfranco Tomao, presidente della Commissione straordinaria dell’Asp.
Secondo gli organizzatori, l’incontro dovrà produrre «un documento forte», capace di «inchiodare alle proprie responsabilità chi è tenuto a tutelare il legittimo diritto dell’ammalato».

