«È un nostro diritto, ma nessuno ci ascolta». È lo sfogo di alcuni pazienti sottoposti a dialisi all’ospedale di Vibo Valentia. Da mesi, non ricevono il rimborso chilometrico previsto per chi, tre volte a settimana, deve raggiungere la struttura per sottoporsi al trattamento salvavita. Viaggiano con mezzi propri, affrontando spese e disagi sempre più pesanti, spesso in condizioni fisiche già provate dalla malattia.

«Siamo costretti ad arrivare in ospedale con le nostre auto e, dopo quattro ore di dialisi, torniamo a casa stremati», racconta uno dei pazienti, residente a Zungri e in trattamento da 18 anni. «Abbiamo diritto al rimborso chilometrico, ma l’Azienda sanitaria da maggio ha interrotto i pagamenti».

I pazienti spiegano che la prassi prevede un contributo bimestrale per coprire le spese di trasporto. L’importo calcolato dall’Asp di Vibo si aggira intorno ai 35 centesimi a chilometro. «Ogni due mesi dovrebbero inviarci i soldi – denunciano alla nostra redazione – e invece quelli relativi ai mesi di maggio/giugno non sono ancora arrivati. Abbiamo contattato diversi uffici e ogni volta ci viene data una versione diversa: prima che le pratiche sono in preparazione, poi che mancavano le firme».

Da mesi i pazienti attendono risposte. «Ho controllato anche questa mattina l’albo pretorio dell’Asp – racconta un paziente – ma non c’è ancora la delibera. Ho chiamato anche l’Ufficio relazioni con il pubblico, ma rinviano di settimana in settimana».

Una situazione diventata insostenibile per chi, oltre alla fatica della dialisi, deve anche farsi carico di costi e incertezze. «Ci sentiamo presi in giro. Se si trovassero loro o un loro caro nella nostra stessa situazione, si comporterebbero allo stesso modo?», denunciano con forza. «Non chiediamo privilegi, ma solo di ottenere ciò che ci spetta. È un nostro diritto. Dovrebbero fornirci mezzi adeguati per accompagnarci, ma non lo fanno. E almeno i rimborsi dovrebbero arrivare puntuali».