Limbadi, l’appello di due sorelle di origini rumene a Mattarella per lo “Ius soli”

Hanno atteso la Festa dei lavoratori del primo maggio per lanciare il loro disperato appello al fine di ottenere la cittadinanza italiana. Una richiesta di “Ius soli” accorata, rivolta direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Artefici dell’iniziativa, Daiana e Nicol, due sorelle nate in Italia da genitori rumeni e cresciute a Limbadi. La prima ragazza frequenta l’Itis di Nicotera, la seconda la locale scuola media.

«I nostri genitori da quasi 20 anni vivono e lavorano a Limbadi – spiegano le due giovani nella missiva indirizzata al presidente Mattarella – in modo onesto e rispettosi delle leggi e della Costituzione italiana. Perché non possiamo essere cittadine italiane? Tutta la nostra vita fino ad ora si è svolta a Limbadi, abbiamo tantissimi amici e amiche, che cosa abbiamo di diverso o cosa ci manca per essere considerati cittadini italiani? La Romania è lo Stato dei nostri genitori ed anche nostro, l’Italia e Limbadi ci hanno dato tanto. Qui abbiamo trovato l’“America” che tanti italiani hanno trovato negli Stati Uniti e fuori dai confini nazionali. Perché non possiamo essere italiani?» A seguire le due ragazze riconoscono al presidente Mattarella la sensibilità e la disponibilità «dimostrata a tutti gli stranieri presenti in Italia». In considerazione di ciò, gli chiedono «un ulteriore sforzo di solidarietà affinché l’iter dello “ius soli”, fermo chissà dove, riprenda quel cammino virtuoso che permetta anche a noi di essere orgogliosi cittadini di una nazione unica al mondo: l’Italia».

A farsi carico della consegna della lettera di Daiana e Nicol al Presidente della Repubblica sarà il circolo di Limbadi del Partito democratico, che fin da subito, in linea con i programmi del nuovo segretario nazionale Enrico Letta, ha appoggiato la loro iniziativa, tesa ad ottenere la cittadinanza italiana per semplice diritto di suolo e non più per solo diritto di sangue.

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