San Costantino Calabro, conclusi i festeggiamenti in onore del santo patrono

Ricorrenza del santo patrono festeggiata con tutti gli onori a San Costantino Calabro. Gli appuntamenti devozionali verso il vescovo francese che dà il nome a questa comunità del Vibonese sono iniziati con la messa nella chiesa matrice celebrata dal parroco don Francesco Sicari, alla presenza del sindaco Nicola Derito, delle autorità civili e militari del territorio e di un gran numero di fedeli. Prendendo spunto dal ruolo di buon pastore e di vigilanza che San Costantino ha svolto tra il IV e il V secolo nei confronti del popolo della sua diocesi,  don Sicari nell’omelia ha spiegato come questo diventi oggi «un richiamo per tutti coloro che nei vari ambiti della società sono chiamati ad avere forme di responsabilità nei confronti degli altri. Siamo  chiamati – ha affermato il sacerdote – ad adoperarci con l’esempio, con la testimonianza dei gesti e la verità delle parole ad accompagnare e a saper vegliare sulle persone a noi affidate, perché il bene vinca sempre sul male e si realizzi una comunità virtuosa e non viziata, perché nella città degli uomini si renda presente il regno di Dio». [Continua in basso]

«Purtroppo tutto questo oggi è difficile: oggi dilaga sempre più una mentalità secolarizzata, tendente a scristianizzare sempre di più la società e a far prevalere una visione della storia e della vita solo mondana; e spesso – ha aggiunto – prevale anche il mio ego, il mio interesse personale o familiare rispetto alla senso comunitario, e quando questo succede non si sperimenta l’amore e la pace, ma la competizione e la mancanza di relazioni vere e rispettose». Dopo la messa animata dai ragazzi del catechismo, la festa è proseguita in serata con l’ennesimo atto devozionale, con la statua del santo portata in processione per le vie del paese. La comunità venera San Costantino come suo patrono dal 1693, da quando su indicazione del vescovo di Mileto Ottavio Paravicino lo celebra al posto dell’omonimo santo ortodosso che aveva dato il nome allo stesso villaggio, sorto in epoca bizantina. Oggi viene presentato con abiti episcopali, pastorale e mitra, che diventano il richiamo al pastore della Chiesa, e non solo. 

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