venerdì,Luglio 18 2025

Rossa come il sangue che scorre nelle vene di un territorio: un libro racconta volti e vite di chi coltiva la cipolla di Tropea – VIDEO

Presentato a Briatico il volume che raccoglie 87 scatti fotografici realizzati da Giuseppe Morello e Mario Greco. Un’opera a quattro mani che documenta tutte le fasi della coltivazione e della lavorazione di questo simbolo agroalimentare calabrese

Featured Video Play Icon

Non è solo un libro fotografico, ma un racconto di identità, fatica e tradizione. Il libro “Rossa tra colline e mare” raccoglie 87 scatti che immortalano il lavoro dietro la cipolla rossa di Tropea, realizzati dai fotografi Giuseppe Morello e Mario Greco. Il progetto, nato quasi per caso, è diventato un’opera a quattro mani che documenta tutte le fasi della coltivazione e della lavorazione di questo simbolo agroalimentare calabrese.

«Nasce come archivio fotografico dedicato ai ritratti dei contadini – sottolinea Morello – poi però man mano che facevo questi ritratti mi accorgevo che potevano prendere forma con un libro, un racconto fotografico, un viaggio nella Costa degli dei e poi anche nella zona di Campora, San Giovanni, Amantea, dove la cipolla è coltivata in maniera importante». 

Un impegno che ha richiesto tempo, dedizione e presenza costante nei campi, è un racconto che si snoda in un intreccio di vite, mani segnate e volti che parlano di un passato che ancora resiste. 
«Vuole raccontare la nostra storia, perché poi è la storia calabrese, la storia del lavoro, la storia della gente, i loro volti – aggiunge Greco -. Racconta anche di una produzione unica in Italia e forse nel mondo».

Il volume presentato a Briatico con il patrocinio del Comune ha visto anche il supporto del Consorzio della Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp. «È un’opera che mancava – commenta Simone Saturnino, del consorzio Igp -. Sfogliando questo libro vedi tutte le fasi lavorative nel rispetto dell’ambiente, dell’ecosistema. La cosa più bella è poi vedere lavoratori, anche persone straniere, di cui spesso si parla come operai bistrattati, che invece sono rappresentati con dignità e una felicità autentica: sorridono sinceramente mentre lavorano, segno di un legame positivo con il prodotto, il territorio e di un buon rapporto con il datore di lavoro».

Un volume che offre una lettura nuova e autentica della realtà agricola calabrese che oggi si arricchisce del contributo di tanti migranti legati con passione a una tradizione che continua a vivere.
«Evidentemente i contadini locali – conclude Morello – riescono a trasmettere a questa gente che arriva da fuori la stessa passione, così si legano a questo tessuto sociale in maniera forte e quindi è importante per la continuità».

Articoli correlati

top
preload imagepreload image