giovedì,Aprile 18 2024

Funzioni religiose, le precisazioni del vescovo Renzo sulle modalità

Messe in streaming e “private”, comunione a domicilio e altre indicazioni nella comunicazione del presule della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea

Funzioni religiose, le precisazioni del vescovo Renzo sulle modalità

«Carissimi, alla luce di diversi quesiti interpretativi delle norme emanate per l’emergenza coronavirus ed avendo altresì avuto notizia di alcune scelte liturgico-pastorali fatte in questi primi giorni di applicazione delle norme civili e canoniche per le emergenze coronavirus, in aggiunta al comunicato dell’8 marzo scorso, al fine di evitare possibili conseguenze penali previste dal decreto ministeriale, mi premuro puntualizzare quanto appresso».

Inizia così la notificazione con cui il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo, cerca di dipanare dubbi sulla recente disposizione con cui la Conferenza episcopale calabra vieta sino al prossimo 3 aprile la celebrazione al pubblico di messe, funerali e funzioni religiose in genere. Una decisione Cec presa in sintonia con quanto previsto nel recente decreto del presidente del consiglio dei ministri, al fine di cercare di bloccare il propagarsi dell’epidemia. «Nell’attuale contesto – chiarisce oggi monsignor Renzo – non sono consentite, né giustificate eventuali binazioni di messe. La cosiddetta messa “privata” può essere partecipata e assistita esclusivamente da qualche ministrante, con le dovute osservanze delle norme igieniche prescritte. Non si celebrino assolutamente Sante messe con la partecipazione di fedeli selezionati nemmeno a porte chiuse, fatta eccezione per i casi e nei modi consentiti dal numero 3 del comunicato Cec (8.3.2020). Pur col dovuto rispetto della sensibilità di ciascuno – prosegue il presule – è proibito usare amplificazione esterna per fare “ascoltare” la santa messa che può richiamare gente nel raggio e davanti alla chiesa. La trasmissione della messa in streaming, facebook, ecc., a servizio dei fedeli della parrocchia, sia effettuata possibilmente in diretta e senza eccessiva presenza in chiesa di operatori tecnici».

Nella sua notificazione, il presule miletese specifica, poi, che per la comunione degli ammalati non è consentito accedere nelle case, «a meno che c’è una esplicita richiesta del malato stesso». E, ancora, che in tale caso è consentito portare la comunione solo al sacerdote, o al diacono, «usando tutte le accortezze ed attenendosi alle norme igieniche previste», mentre non è consentito affidare tale compito «ad accoliti e ministri straordinari. Si esorti alla preghiera e all’adorazione libera e personale anche nelle chiese – prosegue – ma senza l’esposizione solenne del Santissimo Sacramento (Quarantore), che comporta di per se stesso la presenza di fedeli. Consapevoli tutti che le restrizioni provocano sofferenza, per la tutela della salute di ognuno, chiedo ai sacerdoti, pur le cautele necessarie, di non far mancare ai fedeli la loro prossimità con l’ascolto, la preghiera ed il sacramento privato della riconciliazione, particolarmente richiesto in questo tempo di Quaresima». La notificazione di monsignor Renzo si conclude con la preghiera al Signore «di farci uscire presto da queste precarietà emergenziali».

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