La trentesima Conferenza delle Parti sul clima, la Cop30, si conferma un luogo di confronto sempre più aperto ai contributi della società civile. Nelle giornate brasiliane di Belém, ong, fondazioni e realtà attiviste provenienti da tutto il mondo hanno portato esperienze e proposte sui temi della transizione e dell’equità climatica. Tra queste, la Fondazione Antonio Emanuele Augurusa di Filogaso, presente con la delegazione italiana e protagonista di un panel dedicato alla formazione per le competenze verdi, ha illustrato il proprio modello Green Social Impact Manager (Green SIM). Le informazioni emergono da una nota diffusa dalla stessa Fondazione.

All’interno del Padiglione Italia “Made for Our Future”, il panel “Voci per la Rigenerazione: Giovani, Conoscenza e Competenze per l’Azione Climatica” ha riunito accademici, ricercatori e rappresentanti istituzionali. Sono intervenuti, insieme a Maria Makarova – responsabile della Progettazione per la Fondazione Augurusa – Maurizio Cattaneo (UMass Lowell), Maureen Gallagher e David Govoni (European Federation of Geologists), Massimo De Giuseppe (Università IULM) e Ricardo Grassi (IPS Academy / CitiPlat.

Tre i fronti principali emersi dal confronto: le innovazioni scientifiche delle geoscienze sviluppate dal progetto FicFighters; i modelli di comunicazione partecipata e rigenerazione comunitaria di Climate Factories; e il percorso di formazione Green SIM, promosso dalla Fondazione Augurusa sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo.

Makarova ha ricordato che il programma è stato avviato nel 2025 con l’obiettivo di formare nuove figure capaci di progettare iniziative a impatto sociale e ambientale in aziende, enti del terzo settore e istituzioni pubbliche. Il corso, gratuito, è sostenuto da un corpo docente internazionale composto da esperti provenienti da realtà come la Banca Mondiale, le Nazioni Unite, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la World Academy of Art and Science, il Global Finance Climate Center, Irena e la Fondazione Snam.

Un passaggio centrale del panel ha riguardato il principio di “Restituzione Generativa”, definito nella nota come il paradigma che guida l’azione della Fondazione Augurusa. Una visione che riconosce territori e comunità come soggetti partecipi e beneficiari degli interventi, e che punta alla costruzione di reti tra attori sociali, istituzioni civili, accademiche ed ecclesiastiche. Un’impostazione che si colloca nel solco della just transition, uno dei temi ricorrenti di Cop30.

«Dobbiamo impegnarci affinché il cambiamento necessario non lasci indietro nessuno» , ha dichiarato il presidente della Fondazione, Francesco Augurusa, aggiungendo che «la creazione di comunità più eque ed inclusive deve essere parte integrante dei nostri sforzi per un futuro sostenibile».

Nel presentare il corso Green SIM come modello utile a una transizione giusta, la Fondazione ha posto l’accento sulla necessità di ampliare l’accesso alle competenze verdi, offrendo opportunità eque e inclusive soprattutto alle nuove generazioni. «Puntiamo a creare un cambiamento sistemico duraturo attraverso modelli che attivino circoli virtuosi di impatto positivo» ha affermato Makarova, sottolineando che «oltre a sviluppare i nostri modelli, vogliamo assicurarci che le nuove generazioni siano in grado di affrontare questa sfida e di portarne avanti gli effetti».

Con la partecipazione alla Cop30, la Fondazione Antonio Emanuele Augurusa ribadisce dunque il proprio orientamento verso un approccio alla transizione ecologica che tenga insieme sostenibilità ambientale e riduzione delle disuguaglianze, indicando nella formazione uno dei luoghi chiave per costruire una società più giusta e resiliente.