Durante la funzione religiosa al confine tra i comuni di Maierato e Pizzo sono stati ricordati gli agricoltori Paolo Fiorillo e Francesco Mischella. Nell’omelia mons. Fiorillo ha posto l’accento sul valore del lavoro agricolo come via di salvezza e simbolo di un legame autentico con la terra
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Si è svolta domenica 5 ottobre, nella Piana degli Scrisi al confine tra i comuni di Maierato e Pizzo, la quarta edizione della “Giornata dell’aratura”, appuntamento organizzato dall’Associazione Contadini di Maierato (Acm). Per la prima volta, l’iniziativa ha ospitato anche una celebrazione liturgica dedicata al Creato, ispirata alla figura di San Francesco d’Assisi. La messa, voluta dal parroco don Bernardino Comerci e officiata da mons. Giuseppe Fiorillo, ha assunto un forte significato commemorativo. Durante l’omelia, è stata ricordata la recente scomparsa di Paolo Fiorillo – da anni tra i protagonisti della manifestazione – e del giovane Franco Moschella, deceduto in passato mentre lavorava nei campi. Il rito ha voluto rendere omaggio a tutti i contadini che hanno perso la vita sul lavoro.
L’omelia di mons. Fiorillo ha posto l’accento sul valore del lavoro agricolo come via di salvezza, simbolo di umiltà, dedizione e legame autentico con la terra. Un messaggio rivolto soprattutto alle giovani generazioni, in un tempo segnato dalla crescente virtualizzazione della vita quotidiana e dal rischio di perdita del contatto con la dimensione reale dell’esperienza. Al termine della funzione religiosa, seguita da numerosi agricoltori della zona, si è svolta l’aratura rituale dei campi. Decine di trattori hanno percorso la Piana degli Scrisi in un lungo corteo, rinnovando un gesto simbolico che affonda le sue radici nella storia agricola del territorio.

A conclusione della cerimonia, il presidente dell’Acm, Vincenzo Griffo, ha letto un’invocazione al "Divino Seminatore". L’iniziativa ha inteso richiamare l’attenzione non solo sull’importanza dell’agricoltura per le comunità locali, ma anche sulla dimensione spirituale del rapporto con la terra, in un’ottica che intreccia memoria, fede e cultura del lavoro.

