Ricorre oggi il 14esimo anniversario della morte di monsignor Domenico Tarcisio Cortese, indimenticato francescano alla guida della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea per oltre 27 anni. Un vescovo di grande spessore e dal forte carisma, che ha scritto una pagina importante di storia recente della prima diocesi di rito latino del meridione d’Italia, istituita nel 1081 da Papa San Gregorio VII. In primis sostenendo la nascita della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime" di Paravati e accompagnando paternamente e quasi per mano la Serva di Dio Natuzza Evolo nella sua missione a favore della Chiesa e nel percorso teso alla realizzazione di quel miracolo di fede cristiana rappresentato dalla Villa della Gioia. Monsignor Cortese ha governato l’episcopato miletese dal giugno del 1979 al settembre del 2006. Per tutto il suo mandato ha avuto al proprio fianco l’attuale parroco della cattedrale, don Domenico Dicarlo, da lui ritenuto un vero e proprio figlio adottivo.

La morte risale all’11 novembre del 2011, all'interno dello spartano appartamento romano che da qualche tempo occupava nella Casa di Fraternità sacerdotale “Madre Teresa” di via del Casaletto. Ad accorgersi della sua dipartita terrena, causata da un arresto cardiaco, sono state all’epoca alcune Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù, gestori dell'Istituto capitolino. Alcuni giorni dopo il suo corpo sarebbe stato tumulato con tutti gli onori all'interno di un monumento marmoreo situato nella navata destra della cattedrale di Mileto, chiesa madre della diocesi.

Il 14esimo anniversario della sua scomparsa sarà oggi commemorato con una messa di suffragio celebrata nello stesso edificio sacro dal vicario generale don Piero Furci, in programma alle 18. Nativo di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, monsignor Cortese è stato ministro provinciale dell’Ordine francescano dei Frati minori dal 1968 al 1977. Nel corso del suo quasi trentennio di attività pastorale alla guida dell’episcopato miletese, contrassegnata anche da alcuni momenti di sofferenza, difficoltà e incomprensione, è riuscito, come detto, a lasciare una traccia indelebile del suo operato. Tant’è che l’ex presule è ancora oggi molto amato dai fedeli della diocesi. Il territorio, grazie al suo intervento, in quel lungo arco di tempo è stato dotato di decine di nuove strutture ecclesiastiche e socio assistenziali. Per non parlare delle tante iniziative nate su suo impulso nel settore della cultura e nell’ambito del ripristino e restauro di quelli già esistenti. Tra questi, l’imponente cattedrale della cittadina normanna, dal 2016 elevata a basilica minore. Nel 1997 fu lui, tra l’altro, a promuovere e a far realizzare, di concerto con il ministero per i Beni e le attività culturali, la Provincia di Vibo Valentia e la locale Amministrazione comunale, il Museo nazionale di Mileto.