È stato il vescovo emerito di San Severo, monsignor Lucio Angelo Maria Renna, a presiedere la celebrazione eucaristica svoltasi questa mattina nella Villa della Gioia di Paravati, in occasione del 32esimo anniversario dell'arrivo nel paese natio della Serva di Dio Natuzza Evolo della statua della Vergine Maria nelle sembianze di una giovinetta e con le braccia accoglienti, così come appariva alla stessa mistica con le stigmate in vita. Monsignor Attilio Nostro, attuale presule della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, ne è stato infatti impossibilitato a causa dei postumi di un intervento alla gola subito nei giorni scorsi.

Alla sacra funzione hanno partecipato in migliaia, sfidando le previsioni meteo non certo tranquillizzanti e la pioggia intermittente effettivamente abbattutasi nella grande spianata nelle fasi finali. Un gran numero di fedeli provenienti anche da altre regioni italiane, tra cui i tanti appartenenti ai cenacoli mariani sparsi in varie parti del mondo proprio su richiesta e ispirazione dell'umile donna calabrese, morta nel giorno di Ognissanti del 2009 e di cui la Chiesa ha avviato il Processo di Beatificazione.

Scopo primario della nascita di queste realtà religiose, elevare per intercessione del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime preghiere a Dio per la salvezza dell'umanità, in particolare delle persone giovani e più bisognose. «La Madonna - spiegò al riguardo Mamma Natuzza dopo una delle tante visioni avute in vita - mi ha detto che Gesù è triste perché il mondo rinnova continuamente la sua crocifissione e che pertanto bisogna fare penitenza e pregare. Allora gli chiesi di farmi sapere ciò che voleva io facessi. La Vergine Maria allora mi chiese di parlare con i miei amici e di fare un cenacolo in ogni famiglia, pure di tre o quattro persone. Io ho quindi parlato con le persone ea poco a poco i cenacoli sono aumentati e adesso la Madonna è tutta contenta».

L’omelia

La messa solenne delle 11 è stata celebrata all'aperto dal sagrato della grande chiesa-santuario, fulcro della Villa della Gioia. «Dio ha voluto questa creatura semplice, umile, piccola e grassottella - ha tra l'altro affermato nel corso della sua omelia monsignor Renna, riferendosi a Natuzza - che ha ospitato Dio nel suo cuore e lo ha fatto in una maniera egregia, vivendo in una casa povera che ancora si può vedere qui a Paravati. Il cuore di questa donna era tutto di Dio e insieme a lui accoglieva in questa umile casa persone e famiglie provenienti dal nord e dal sud dell'Italia, ma anche da altre parti del mondo. Che cosa è successo? È accaduto - ha aggiunto - che Dio ha voluto costruirsi questa creatura tutta bella nell'anima affinché potesse essere un punto di riferimento, una specie di cattedrale dentro la quale lui di tanto in tanto si manifestava con dei segni mistici, con quelli del sangue, della passione. Natuzza nasce in una casa umile, proprio come quella di Nazaret dove abitava la Vergine Maria. Entrambi sono caso di Dio e diventano luoghi di mistero del suo amore per tutti noi».

 A conclusione della santa messa l'effigie del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime è stata portata in processione in mezzo alle migliaia di fedeli, in una sorta di significativo e avvolgente abbraccio materno. Alle 18 l'anniversario dell'arrivo della statua a Paravati sarà commemorato con un'altra messa, questa volta celebrata all'interno del santuario mariano. Continua, intanto, il flusso dei pellegrini alla tomba della Serva di Dio, situata in una cappella della vicina Casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca”, la stessa dove la carismatica calabrese si è spesa serenamente, dopo aver trascorso gli ultimi anni della sua vita terrena.