Ammonta a più di 46 milioni di euro lo stanziamento del Ministero dell’Ambiente, in accordo con la Regione, messo a disposizione per la bonifica delle aree inquinate esistenti in Calabria. Meno di tre milioni di euro di tale somma sono stati destinati alla provincia di Vibo Valentia per gli interventi di bonifica di due siti. Non è previsto, però, nessun tipo di intervento per l’area ormai tristemente nota come la “discarica dei veleni più grande d’ Europa” situata nel comune di San Calogero presso l’ex Fornace “La Tranquilla” e dove sono stati seppelliti più di 130 mila tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da centrali termoelettriche di mezza Italia. Una svista che non è passata inosservata all’U.Di.Con (l’Unione per la difesa dei consumatori) che, tramite il suo presidente nazionale Denis Nesci, provvederà ad inviare una nota al Ministero competente ed alla Regione Calabria per chiedere “come mai la vasta zona situata tra i comuni di Rosarno e Mileto sia stata esclusa da qualsivoglia tipo di intervento di bonifica”. Si tratta di un’area immensa nella quale la Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha accertato che tra il 2000 e il 2007 sono stati interrati i rifiuti provenienti dalle centrali termoelettriche a carbone di Brindisi, Priolo e Termini Imerese. “Metalli pesanti di ogni genere, tra cui il vanadio, sostanza altamente pericolosa – ricorda l’U.Di.Con – e non è stato previsto nessun tipo di intervento. Una discarica situata in mezzo agli agrumeti ed a pochi passi da due fiumare nelle quali va a trovare sfogo il percolato. Un luogo, – continua Denis Nesci – mai bonificato, dove sono stati smaltiti centinaia di tonnellate di rifiuti pericolosi e che di conseguenza, da anni ed ogni giorno, sprigionano nell’ambiente circostante i loro veleni.
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