sabato,Dicembre 7 2024

Emergenza cinghiali, approvato il Piano d’intervento: 82mila capi da abbattere in Calabria

Obiettivo del provvedimento, di durata quinquennale, sarà quello di favorire il depopolamento degli ungulati e di arginare la diffusione della peste suina

Emergenza cinghiali, approvato il Piano d’intervento: 82mila capi da abbattere in Calabria
Foto di repertorio

Eliminare 82mila esemplari per favorire il progressivo depopolamento dei cinghiali e al contempo scongiurare la diffusione della peste suina. È quanto prevede il Piano d’intervento approvato con decreto del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Il provvedimento, concertato con l’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da Gianluca Gallo, si è reso necessaria poiché anche in Calabria, come nel resto d’Italia, negli ultimi anni si è assistito ad un notevole aumento della popolazione di cinghiale, che ha provocato degli squilibri notevoli nell’ecosistema agro-silvo-pastorale del territorio e che da qualche tempo desta grande preoccupazione per l’impatto negativo, anche dal punto di vista sanitario, in riferimento alla possibile diffusione della peste suina africana. [Continua in basso]

Per tale motivo, tenuto conto del riconosciuto ruolo epidemiologico dei cinghiali nella propagazione della malattia, la Regione ha programmato una serie di misure tese a consentire la gestione e il controllo dei cinghiali. Il Piano in questione, di durata quinquennale, si applica su tutto il territorio regionale (compresi i Parchi nazionali e regionali, Riserve regionali, foreste regionali, territori a caccia programmata, oasi di protezione, istituti faunistici quali AA.TT.VV. nonché AA.FF.VV., aree urbane e periurbane) ed integra i Piani di controllo e prelievo selettivo redatti da vari enti della Regione Calabria (Parchi nazionali e regionali) e Dipartimento Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione.

Nello specifico, il dca adottato prevede l’abbattimento dell’80% dei capi indicati nel Piano, in numero di 82.000 unità, ai fini di un progressivo depopolamento degli ungulati. Inoltre, si demanda ai selettori ed ai cacciatori il monitoraggio delle attività, con invito agli stessi a voler segnalare ai competenti servizi veterinari il rinvenimento di ogni cinghiale morto (anche a seguito di incidente stradale) o carcassa parzialmente predata, ovvero di cinghiale abbattuto che mostrava ante mortem comportamenti anomali di qualsiasi tipo.

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