venerdì,Aprile 19 2024

Cresce il fronte “No antenna” a Stefanaconi: raccolte più di 500 firme – VIDEO

Affollata assemblea del comitato che si oppone alla costruzione di un ripetitore Wind a ridosso del centro abitato e in una zona classificata ad alto rischio idrogeologico. «Una follia alla quale ci opporremo con tutte le nostre forze»

Cresce il fronte “No antenna” a Stefanaconi: raccolte più di 500 firme – VIDEO

Partecipata assemblea pubblica a Stefanaconi per dire “no” al progetto di realizzazione di una nuova antenna di telefonia mobile da parte dell’azienda Wind che, dopo aver raggiunto un accordo con un privato, ha avviato i lavori per innalzare un ripetitore di circa 25 metri d’altezza in un terreno a ridosso del centro abitato.

A promuoverla un comitato spontaneo di cittadini, che intende opporsi al progetto denunciando il fatto che lo stesso interessa una zona già classificata R4 dal Pai (Piano di assetto idrogeologico), e dunque ad alto rischio idrogeologico, e, soprattutto, paventando i rischi connessi alle emissioni elettromagnetiche derivanti dall’impianto. Lo stesso, peraltro, insisterebbe al di sotto di un tratto della famigerata Tangenziale est già sottoposta a sequestro dall’autorità giudiziaria proprio perché sorta in zona di frana.

Al progetto del gestore telefonico ha provato ad opporsi anche il Comune di Stefanaconi, presentando un ricorso al Tar e uno al Consiglio di Stato, entrambi respinti, e, più recentemente, emettendo un’ordinanza che ha bloccato i lavori sulla base della mancanza del parere dell’Autorità di bacino.

Per i promotori del comitato, presieduto da Raffaele Arcella, i motivi per impedire alla Wind di portare a termine l’opera sono tutti nella particolare conformazione del terreno sul quale si vorrebbe impiantare l’antenna. Evidentemente solo un fulcro sul quale fare leva per scongiurare gli effetti potenzialmente dannosi che le emissioni avrebbero sulla popolazione del piccolo centro, sulla cui testa sorge già l’imponente parco di antenne televisive e di ripetitori telefonici situato in località Croce Nivera, tra il castello normanno-svevo e il cimitero di Vibo Valentia.

Più di cinquecento, nel giro di pochissimi giorni, le firme già raccolte dal comitato. «Solo se saremo uniti come una pigna – ha detto Arcella nel corso dell’assemblea pubblica – potremo conseguire un risultato importante per la salute dei nostri figli. Non lasceremo nulla d’intentato per farlo: siamo pronti a fare una rivoluzione, mettendoci la faccia. La nostra realtà è già contornata da una serie di ripetitori che inondano di radiazioni la comunità. Oggi addirittura si tenta di mettere un’antenna di grosse dimensioni nel giardino di un’abitazione, ai confini del centro abitato e a pochi passi dalle scuole. Ma c’è una questione urbanistica importante: lo si vuole fare su un terreno classificato ad altissimo rischio, sulla collina già tagliata a metà dalla Tangenziale est, sequestrata proprio perché in zona a rischio idrogeologico. Siamo all’assurdo, alla follia. Di questo interesseremo il prefetto e lunedì presenteremo un esposto in Procura».

All’assemblea ha, tra gli altri, preso parte anche il sindaco Salvatore Di Sì, il quale ha ribadito che anche il Comune, nei limiti previsti della legge, farà valere i suoi diritti per impedire la costruzione dell’opera. «Le istituzioni – ha detto – non fanno comitati, ma dai comitati sono pronte a recepire problematiche e preoccupazioni dandogli più forza. Non è però detto – ha avvertito – che le battaglie possano sempre andare a buon fine, specie se si ha di fronte un colosso come Wind che ha dalla sua la legislazione vigente in materia di liberalizzazioni. Noi fino ad oggi abbiamo fatto tutto ciò che la legge ci ha consentito e continueremo a farlo avendo come unico obiettivo quello di garantire la salute dei cittadini».

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