Abbattuti i pini di piazza Salvemini, Italia nostra: «Il Comune ha voluto mettere il Tar di fronte al fatto compiuto» -VIDEO
Dopo il ricorso del Wwf contro l'ordinanza del sindaco, l’udienza di merito era stata fissata dai giudici amministrativi a luglio. Il presidente dell'associazione: «Danno ambientale alla città e niente rispetto per l'autorità giurisdizionale, intervenga la Procura»
«L’abbattimento a colpi di ruspa degli alberi di piazza Salvemini è un fatto gravissimo». Parola di Alessandro Caruso Frezza, sia in qualità di presidente della sezione vibonese di Italia nostra sia come avvocato del Wwf Vibo nel procedimento pendente dinanzi al Tar Catanzaro avverso l’ordinanza del sindaco Romeo che il 19 febbraio scorso aveva disposto l’abbattimento dei pini nella piazza antistante il consorzio agrario. A tal proposito, a marzo i giudici amministrativi avevano rigettato l’istanza di sospensione avanzata dal Wwf ma aveva fissato l’udienza di merito a luglio.
Questa mattina all’alba, i pini sono stati buttati giù. «Non si tratta solo di chiedersi – afferma Caruso Frezza – se quegli alberi andavano abbattuti o meno, ma di chiedersi il perché sia possibile che a Vibo Valentia l’Ufficio Tecnico e la Classe politica di governo locale possano continuare a condurre o ad avallare condotte distruttive dei beni ambientali della città, anche a fronte di un provvedimento giudiziale, cioè l’ordinanza del Tar Catanzaro del 19 marzo, con cui era stato disposto che il Comune dovesse effettuare l’analisi tecnico-strumentale per l’accertamento della stabilità o meno di quegli alberi, non essendo sufficiente la mera analisi visiva effettuata dal dottor Luca Rotiroti (che non le effettuò, ancorché incaricato ad effettuare quelle indagini, anche perché privo di alcuna competenza ed esperienza in materia di indagini strumentali), e che non si dovesse procedere all’abbattimento di alcun albero fino all’udienza del 2 luglio, qualora non si fossero presentate situazioni incipienti di pericolosità, appositamente da documentare».
Aggiunge il presidente di Italia nostra Vibo: «Ebbene, dopo il deposito di specifica documentazione davanti al Tar da parte del Wwf, avvenuto il 19 maggio scorso, a sostegno della illegittimità di quella ordinanza, e dopo il deposito di documentazione da parte del Comune di Vibo Valentia, avvenuto ieri, dalla quale si ricava che l’abbattimento non era previsto nel progetto di riqualificazione della piazza e che il Comune non ha effettuato l’analisi tecnico-strumentale prescritta, oggi vi è stata questa reazione inconsulta che ha portato all’abbattimento di tutti quegli alberi». Caruso Frezza parla dunque di «tempismo perfetto» che «lascia ragionevolmente ipotizzare che l’Ufficio tecnico comunale ed il sindaco abbiano avuto paura di perdere dinanzi al Tar e, quindi, abbiano reagito, in maniera inconsulta, per come è sotto gli occhi di tutti, allo scopo di mettere il Tar medesimo di fronte “al fatto compiuto”. Purtroppo ci sono riusciti».
Viene quindi invocato l’intervento della Procura di Vibo Valentia, «perché – spiega l’avvocato – non è possibile né l’inosservanza di un provvedimento dell’autorità giurisdizionale, né che si produca impunemente danno ambientale all’intera città sulla base di attività peritale consapevolmente (dopo l’ordinanza del Tar) inidonea a legittimare ciò che è accaduto stamani. Che i semplici cittadini nella città di Vibo Valentia non abbiano alcun valore e rispetto è fatto, purtroppo, notorio, ma che nessun rispetto debbano avere il Tar e la Procura della Repubblica è fatto difficile da concepire e da accettare», conclude Alessandro Caruso Frezza.