Vide la luce nel 1994, fu chiusa verso la fine degli anni ’90 e da allora rappresenta una sorta di spauracchio per i rischi legati agli effetti inquinanti potenzialmente prodotti. La discarica di località Badia-Falcone, al confine tra i Comuni di Vibo Valentia e Cessaniti, per diversi anni non ha fatto dormire sonni tranquilli. Perché dopo la sua chiusura non sono state poche le ipotesi, nel corso degli anni, di una sua riapertura. Ma oggi – forse – è arrivato il momento di abbandonare definitivamente questa ipotesi, in verità accantonata ormai da anni, quando l’ultima a paventarla fu l’amministrazione dell’ex sindaco Nicola D’Agostino.

In questi giorni, infatti, il Comune di Vibo ha firmato una determina per affidare le indagini geologiche e ambientali per la redazione del Piano di caratterizzazione necessario alla redazione dell’analisi di rischio della ex discarica, per un valore stimato di circa 40mila euro, ai fini della «bonifica e messa in sicurezza permanente». L’unica ditta a presentare un’offerta è la “Imper sonda trivellazioni di Bongiovanni Giovannino Sas” di Lamezia Terme, che a seguito dei controlli e del nulla osta degli enti competenti, se tutto filerà liscio, sarà l’aggiudicataria del lavoro che verrà finanziato col fondo Sviluppo e coesione grazie a una delibera del Cipe del 2016.