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La foto di Firms (Fire information for resource management system) della Nasa mostra una Calabria che brucia in un Sud flagellato dagli incendi, puntellato di rosso dai roghi che, nell’ultima settimana, hanno divorato decine di ettari del territorio. In Sicilia e Puglia la situazione appare, stando alle immagini satellitari, altrettanto drammatica (nel Salento forse ancora di più).
Situazione critica nel Vibonese
In Calabria il Vibonese e l’Aspromonte sembrano le aree più colpite negli ultimi giorni: in provincia di Vibo, in particolare, il numero degli incendi è cresciuto in maniera esponenziale nei giorni del caldo record, trainato da afa e vento. Il bilancio dice duecentoventi incendi in meno di un mese e il quadro tracciato dal comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Vibo Valentia, Ambrogio Ponterio individua le aree più colpite: Mileto, Pizzo, Nicotera, Joppolo.
Entra nel novero anche Drapia, dove 48 ore di fuoco hanno messo a dura prova soccorsi e cittadini: «Quasi il 40% del nostro territorio è oramai cenere», ha raccontato al Vibonese il sindaco Alessandro Porcelli. Il resort evacuato a Cirò Marina e l’altro lambito dalle fiamme a Sibari la scorsa notte danno la misura di quanto le fiamme mettano a rischio anche il turismo nel clou della stagione estiva.
L’accusa di Savino: «Incendi per nascondere lo smaltimento di sostanze tossiche»
Le foto del disastro fanno il giro dei social e la polemica sconfina nel campo della politica, tra accuse dell’opposizione per mancati interventi di prevenzione e la maggioranza che accusa i rivali di procurato allarme.
Che le aree montane siano spopolate e sguarnite è un fatto. Ma da più parti arriva una lettura dell’emergenza che la riconduce a fenomeni criminale. La denuncia del vescovo di Cassano allo Ionio è stato chiara e indirizzata a un business illegale specifico: «Dietro la coltre di fumo si cela la figura vile e arrogante della criminalità organizzata, in combutta con operatori economici senza scrupoli. Questi roghi non sono incidenti fortuiti, ma tattiche di una guerra occulta e spregevole contro la natura e gli abitanti. Il loro scopo è occultare lo smaltimento illecito di sostanze tossiche, scorie industriali e scarti speciali che stanno contaminando il suolo, l’atmosfera e le riserve idriche. Si tratta di un’economia letale, fondata sul profitto sfrenato e su un sistema di illegalità diffusa, che opera nell’ombra ma possiede volti, nomi e interessi ben definiti». Continua a leggere su LaCnews24.it

