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Alluvione del 2006: dieci anni per arrivare al nulla

Quel tragico 3 luglio più di 200 mm di pioggia travolsero quattro vite umane e la già fragile economia del territorio. Ferite che non si sono ancora del tutto rimarginate mentre si indaga sulla destinazione dei fondi della messa in sicurezza.

Alluvione del 2006: dieci anni per arrivare al nulla

Il 3 luglio 2006 a Vibo Marina, Bivona e paesi limitrofi, in poche ore caddero più di 200 mm di pioggia. La furia delle acque portò via tutto e anche quattro vite, tra cui quella di un bambino di 16 mesi. Ma travolse anche la fragile economia del territorio costiero: danni per milioni di euro con il settore turistico in ginocchio e il corollario di un’inchiesta giudiziaria.

E’ di questi giorni la notizia che il capo della Protezione Civile regionale ha presentato un esposto alla Gdf affinché venga accertata la destinazione dei fondi post-alluvionali. A distanza di dieci anni da quel terribile giorno, ci sono ancora molte ferite non ancora completamente rimarginate.

Protezione civile, esposto di Tansi sulla gestione del post-alluvione – VIDEO

Situazione meteo di quel giorno: al centro-nord la pressione era in aumento, mentre in Calabria la circolazione era leggermente ancora ciclonica per un minimo posizionato sul mar Egeo. Quella mattina, probabilmente, venti umidi provenienti dal mare caldo e aria più fresca in quota causarono la formazione di celle temporalesche che dal golfo di S. Eufemia si spostarono nel Vibonese. Le piogge furono molto localizzate e violente, infatti la stazione meteorologica di Vibo Valentia registrò 202.6 mm, mentre quella di Mileto, a pochi chilometri, 2.2 mm e quella di Tropea 0 mm.

Si parlò di un evento del tutto eccezionale e venne affermato che eventi pluviometrici di quell’intensità hanno un tempo di ritorno di oltre 200 anni. Ma se si scorrono le cronache dell’ultimo secolo, si apprende che già nel 1930 Vibo Marina rimase allagata in seguito a un’alluvione (1395 mm di precipitazioni in quell’anno) e, se si va ancora indietro, si può riscontrare che a dicembre del 1921 caddero 345 mm di pioggia.

Dati che avrebbero dovuto far riflettere e indurre ad adottare i necessari interventi per la difesa del territorio, ma la storia non ha insegnato niente e il tempo è trascorso invano, con le conseguenze allarmanti che ancora oggi persistono.

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