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‘Ndrangheta: omicidi nel Vibonese, cinque arresti. Operazione della Dda (NOMI-VIDEO)

I carabinieri del Comando provinciale stanno eseguendo le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale. Fatti di sangue commessi a Mileto

‘Ndrangheta: omicidi nel Vibonese, cinque arresti. Operazione della Dda (NOMI-VIDEO)

È in corso dalle prime luci dell’alba a Vibo Valentia un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale che stanno eseguendo 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti  a vario titolo responsabili di omicidi commessi nel 2013. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale di Vibo Valentia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Alle ore 11:00 al Comando provinciale carabinieri di Vibo Valentia si terrà una conferenza stampa presieduta dal procuratore capo della Dda di Catanzaro. Gli omicidi si inquadrano nello scontro fra le famiglie Mesiano e Corigliano di Mileto. Luce sugli omicidi di Giuseppe Mesiano (17 luglio 2013), 60 anni, panificatore, con risposta il 20 agosto con l’omicidio del 30enne Angelo Antonio Corigliano. 

Gli indagati (molti di quali difesi dall’avvocato Michelangelo Miceli) sono in totale 12: Giuseppe Corigliano, 80 anni, di Mileto (carcere); carcere pure per Francesco Mesiano, 45 anni, già condannato per l’omicidio del piccolo Nicolas Green (settembre 1994); Vincenzo Corso, 45 anni, di Mileto, cognato dei Mesiano (carcere); Gaetano Elia, 51 anni, di Mileto (carcere); Giuseppe Ventrice, 41 anni, di Mileto (carcere). Indagati (e già detenuti per l’operazione antidroga Stammer) i cugini Salvatore Pititto, 50 anni e Pasquale Pititto, pure lui 50enne, di Mileto; così come: Rocco Iannello, 43 anni, di Mileto; Domenico Iannello, 41 anni, di Mileto. Indagati pure: Mariangela Mesiano, 39 anni, di Mileto; Pasquale Mesiano, 41 anni, di Mileto; Antonio Mesiano, 30 anni, di Mileto.                                                                                    Le contestazioni. L’omicidio di Angelo Antonio Corigliano viene contestato a: Vincenzo Corso, Gaetano Elia, Domenico Iannello, Francesco Mesiano, Giuseppe Ventrice, Pasquale Pititto e Salvatore Pititto. L’omicidio di Giuseppe Mesiano viene invece contestato a: Giuseppe Corigliano che avrebbe agito in concorso con Angelo Antonio Corigliano (quest’ultimo poi ucciso il 20 agosto 2013). L’accusa di tentata estorsione ad un supermercato di Giuseppe Corigliano con sede a Santa Domenica di Ricadi viene contestata a Francesco Mesiano, così come pure quella di minaccia. Reati aggravati dalle modalità mafiose. Sempre a Mesiano Francesco e Rocco Iannello viene pure contestato un incendio. L’omicidio di Angelo Antonio Corigliano, 30 anni, camionista di Calabrò (frazione di Mileto, foto in basso) è avvenuto il 20 agosto 2013 nella centralissima via Vittorio Emanuele a Mileto alle 15.30. La vittima è stata raggiunta da nove colpi di pistola calibro 9×21. Angelo Antonio Corigliano, emigrato per lavoro a Milano, si trovava alla guida di un’auto, una Fiat Punto di colore rosso, ed era da pochi giorni rientarato a Mileto per un periodo di ferie. Nel vano porta oggetti dell’auto, i carabinieri trovarono all’epoca una pistola calibro 7,65 con il colpo in canna che la vittima non ha fatto in tempo ad usare. Tale fatto di sangue è stata la risposta all’omicidio di Giuseppe Mesiano (18 luglio 2013), ucciso nella sua casetta di campagna intorno alle ore 19 in località “Pigno”. A fare la macabra scoperta furono i familiari che non vedendolo rientrare a casa si portarono in campagna dove la vittima era solita trascorrere i pomeriggi. Giuseppe Mesiano (padre di Francesco Mesiano, già condannato per l’omicidio del piccolo Nicolas Green, il bimbo americano ucciso per errore sull’autostrada nel settembre 1994) è stato trovato crivellato di colpi (almeno cinque) esplosi da una pistola che ha aperto il fuoco da distanza ravvicinata. Due colpi hanno raggiunto la vittima al volto. A contribuire alla ricostruzione dei fatti di sangue ci sono anche le dichiarazioni di Oksana Verman, di nazionalità ucraina, ma residente a Vibo Valentia, amante di Salvatore Pititto. La donna dal febbraio del 2017, dopo essere stata arrestata nell’operazione antidroga denominata “Stammer”, ha deciso di collaborare con la giustizia. 

 

 

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