Omicidio Ceravolo, Nesci: «Impegnati nella ricerca di una verità processuale»

«Condanniamo ogni aspetto mortifero delle mafie, ma della ’ndrangheta in particolare, che questa comunità – come tutta la Calabria – ripudia con vigore». Una chiara presa di posizione quella di Dalila Nesci, sottosegretario per il Sud e la coesione territoriale, a margine di un incontro con Martino Ceravolo, il padre di Filippo, il 19enne ucciso 9 anni fa per errore dalla ’ndrangheta, riconosciuto vittima di mafia e che attende ancora giustizia.

«Si è discusso di diritti negati, anche in considerazione del fatto che esiste una normativa disciplinante i benefici in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, ma non ancora applicata nel caso di specie», afferma il sottosegretario, che aggiunge: «Garantisco l’impegno massimo nella ricerca di una verità processuale, ma anche lo sforzo delle istituzioni di riconoscere alla famiglia Ceravolo e agli altri familiari vittime di mafia i diritti previsti dalla normativa di riferimento. La legge prescrive infatti l’obbligo, da parte delle pubbliche amministrazioni, di assumere gli appartenenti alla categoria delle vittime di mafia o dei loro congiunti. Questa prerogativa deve essere ribadita con forza soprattutto ora, in un momento di grande fermento per il Piano delle assunzioni che il Governo – chiude la Nesci – sta per mettere in atto come strumento funzionale alla messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza» 

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