sabato,Aprile 20 2024

“Non si può morire così”, il dramma di Federica Monteleone rivive su Rai3 – Video

In un’intensa intervista al programma “I dieci comandamenti”, Mary Sorrentino mostra la tessera sanitaria intestata alla figlia e ricevuta a 4 anni dalla morte: «In Calabria il paziente è solo un numero»

“Non si può morire così”, il dramma di Federica Monteleone rivive su Rai3 – Video

Un dolore ancora vivo e pulsante a distanza di 11 anni. Una testimonianza lucida e accorata dalla quale trasudano tutta la rabbia e la determinazione di una madre che ancora non è stanca di chiedere giustizia. Mary Sorrentino, mamma di Federica Monteleone – la sedicenne di Vibo Marina entrata in coma e poi deceduta a seguito di un black-out in sala operatoria in ospedale a Vibo – ripercorre il dramma della sua famiglia in un’intensa intervista rilasciata a Domenico Iannacone, autore del programma di Rai3I dieci comandamenti” che nella puntata andata in onda ieri sera ha dedicato un approfondimento allo sfascio della sanità calabrese. “Se si ha bisogno di cure mediche, quanto conta il luogo in cui si è nati? In Italia il diritto alla salute è davvero uguale per tutti?”. Da questi interrogati parte l’inchiesta di Iannacone in “una regione dove i livelli minimi di assistenza non sono garantiti: ospedali enormi mai entrati in funzione e saccheggiati, reparti chiusi, macchinari nuovi senza medici specialisti e nosocomi fantasma che non hanno mai avuto neppure un nome. Vibo Valentia, Rosarno, Oppido Mamertina sono solo alcune delle realtà calabresi simbolo di una sanità assente e inadeguata in cui è possibile morire perfino per un’appendicite e dove le istituzioni di fronte a tutto questo rimangono silenti. In questo sfascio a molti cittadini non resta che emigrare per farsi curare”. Mary Sorrentino parla di Federica con l’emozione di sempre e apre l’intervista mostrando la tessera sanitaria a nome della figlia ricevuta a distanza di quattro anni dalla sua morte. «Aprire quella busta mi ha scatenato tanta rabbia e tanto dolore. Federica meritava ancora di avere la tessera sanitaria. Federica aveva diritto ad avere una sanità che la tutelasse e invece la stessa sanità che l’ha uccisa me la ri-uccide una seconda volta inviandomi questa lettera. Purtroppo in Calabria quando parliamo di sanità il paziente non è un uomo, una donna, un bambino, un anziano. È solo un numero. Niente di più». Guarda l’intervista completa a Mary Sorrentino:

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