venerdì,Aprile 19 2024

Omicidio Franzoni a Vibo, confronto in appello fra Domenico e Vincenzo Giampà

Ascoltato anche Andrea Mantella nel processo a carico del fratello Nazzareno. Acquisiti i verbali con le dichiarazioni di Bartolomeo Arena

Omicidio Franzoni a Vibo, confronto in appello fra Domenico e Vincenzo Giampà

Si è proceduto ad un confronto fra il collaboratore di giustizia lametino Domenico Giampà e Vincenzo Giampà in Corte d’Assise d’Appello a Catanzaro dove si sta celebrando il processo per l’omicidio del 29enne Mario Franzoni che in primo grado ha portato alla condanna a 20 anni di reclusione (in luogo dell’ergastolo chiesto dalla pubblica accusa) nei confronti dell’imputato Nazzareno Mantella, 38 anni, di Vibo Valentia, fratello del collaboratore di giustizia Andrea Mantella. La Corte d’Assise d’Appello presieduta dal giudice Fabrizio Cosentino, dopo la rinnovazione del dibattimento in accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Antonio Porcelli e Salvatore Sorbilli, ha riascoltato in aula anche il collaboratore di giustizia Andrea Mantella. La pubblica accusa in secondo grado per il processo nato dall’operazione della Dda di Catanzaro denominata “Outset” è rappresentata dal sostituto procuratore generale Raffaella Sforza. [Continua in basso]

Domenico Giampà e Vincenzo Giampà, messi a confronto, sono rimasti ognuno sulle proprie posizioni. In particolare, Domenico Giampà per l’omicidio di Mario Franzoni ha accusato Salvatore Mantella e Nazzareno Mantella, oltre a Francesco Scrugli e Andrea Mantella, mentre Vincenzo Giampà si è autoaccusato di aver aperto il fuoco contro Mario Franzoni chiamando in causa per il delitto Andrea Mantella e Francesco Scrugli, ma scagionando Salvatore Mantella e Nazzareno Mantella.

Dal canto suo, Andrea Mantella ha specificato il ruolo del fratello Nazzareno nell’omicidio di Mario Franzoni affermando che non era a conoscenza del fatto di sangue e neppure che l’auto sarebbe stato usata per il delitto. Andrea Mantella, a differenza degli altri collaboratori, ha però indicato anche le ragioni alla base dell’omicidio: da ricercare nel fatto che Mario Franzoni avrebbe picchiato e poi puntato la pistola e colpito in faccia i figli di Franco Barba, di nome Bruno ed Enzo.

Mantella ha poi sostenuto che Franco Barba, a fronte dell’incarico di morte, si era impegnato a costruirgli gratuitamente due villette in località “Cervo” di Vibo Valentia, una per lui e l’altra per Francesco Scrugli, villette che effettivamente furono costruite subito dopo l’omicidio. Mantella avrebbe quindi dato incarico a Francesco Scrugli di organizzare l’omicidio, chiedendo a Pasquale Giampà, detto “Mille Lire”, di mandargli “due ragazzi dei suoi a Vibo”.
Il sostituto procuratore, Raffaella Sforza, aveva poi chiesto l’esame del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, ma la Corte d’Assise d’Appello ha ritenuto sufficiente l’acquisizione del verbale di interrogatorio.

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