giovedì,Aprile 25 2024

Tentata estorsione ai pescatori di Vibo Marina, due condanne in Appello

Contestato anche il reato di lesioni aggravate dalle modalità mafiose. L’inchiesta, coordinata dalla Dda, è stata condotta dalla Squadra Mobile 

Tentata estorsione ai pescatori di Vibo Marina, due condanne in Appello

Riformata nel pomeriggio odierno dalla Corte d’appello di Catanzaro la sentenza di primo grado nei confronti di Rosario Pompeo Tavella, di 29 anni, e Francesco Fortuna, di 25 anni, condannati per tentata estorsione e lesioni, reati aggravati dalle modalità mafiose e commessi ai danni di alcuni pescatori di Vibo Marina. Rosario Pompeo Tavella e Francesco Fortuna sono quindi passati dalla condanna a 4 anni e 2 mesi del primo grado alla pena di 3 anni e 5 mesi ciascuno decisa dalla Corte d’Appello. In primo grado 4 anni e 2 mesi erano stati inflitti anche a Rosario Primo Mantino, 43 anni, pure lui di Vibo Marina, che però il 22 dicembre scorso si è tolto la vita nel carcere di Messina. Secondo le indagini della Squadra Mobile di Vibo Valentia, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, il 13 giugno 2015 due persone avrebbero partecipato – armate di bastoni – all’aggressione nei confronti di due pescatori. Le condotte di violenza e minaccia in danno delle persone offese (i fratelli Gambardella) sarebbero avvenute all’interno del porto di Vibo Marina al fine di costringerle, con metodo mafioso, a consegnare una quantità di pescato con tonni da trenta chili. I pescatori, oltre ad essere aggrediti brutalmente con l’uso di un bastone, sarebbero stati affrontati anche verbalmente con frasi del tipo: “Qua a Vibo Marina comandiamo noi, adesso vado a prendere la pistola e questa sera ti sparo e sei morto…”. Nella notte del 13 giugno 2015, peraltro, dopo che Tavella e Fortuna “avevano già ricevuto due tonni da 30 chili ciascuno”, mentre l’imbarcazione si trovava ancora in Sicilia, gli stessi Fortuna e Tavella avrebbero danneggiato gli pneumatici delle auto dei pescatori. Parti civili nel processo, la Provincia di Vibo con l’avvocato Francesca Lo Bianco, l’associazione antiracket ed antiusura della provincia di Vibo Valentia, assistita dall’avvocato Giovanna Fronte, e il Comune di Vibo, assistito dall’avvocato Maristella Paolì. Rosario Tavella era difeso dall’avvocato Gaetano Scalamogna, mentre Francesco Fortuna era assistito dall’avvocato Giovanni Vecchio. Nell’impianto accusatorio, anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato, elemento di spicco del clan dei Piscopisani ma originario proprio di Vibo Marina.  In foto dall’alto in basso: Francesco Fortuna e Rosario Pompeo Tavella  LEGGI ANCHE: ESCLUSIVO | La ‘ndrangheta a Vibo Marina nelle dichiarazioni inedite del pentito Raffaele Moscato

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