Sequestro dell’area interessata dai lavori delle opere complementari del nuovo ospedale convalidato da parte del gip del Tribunale di Vibo Valentia, Giulio De Gregorio. In particolare, la Guardia di Finanza ha accertato la presenza di numerosi materiali di risulta, abbandonati su una vasta area. Al termine del controllo, le fiamme gialle hanno, inoltre, constatato che la suddetta area risultava ricompresa in una zona sottoposta a protezione archeologica, ai sensi del D.M. 19/10/1977 del Ministro per i Beni Culturali, in relazione alla quale la società esecutrice, la Regione Calabria e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia non sono state in grado di esibire le previste autorizzazioni necessarie all’effettuazione di lavori in loco. Per tale motivo, i finanzieri, per evitare che i reati venissero portati ad ulteriori conseguenze, hanno proceduto al sequestro preventivo dell’area del cantiere di circa diecimila metri quadri e dei rifiuti rinvenuti al suo interno.
Otto gli indagati: Domenico Pallaria, 60 anni, di Curinga, direttore del Dipartimento Lavori pubblici della Regione Calabria e rup per la realizzazione dell’opera pubblica; Alessandro Andreacchi, 56 anni, di Lamezia Terme; Giuseppe Profiti, 52 anni, di Triparni; Anna Maria Guiducci, 66 anni, di Siena e Fabrizio Sudano, 44 anni di Augusta, soprintendente protempore e responsabile del procedimento della Soprintendenza Archeologica; Giacomo Procopio, 62 anni, di Catanzaro, rappresentante della società Costruzioni Procopio srl; Vitaliano Procopio, 48 anni, di Catanzaro, capo cantiere dell’omonima società mandante del raggruppamento temporaneo di imprese che si si è aggiudicato l’appalto per la realizzazione del nuovo ospedale;. Alessandro Frijo, 45 anni direttore tecnico e di cantiere della Costruzioni Procopio.
Abuso d’ufficio il reato ipotizzato per Pallaria, Profiti e Andreacchi. Guiducci e Sudano