venerdì,Marzo 29 2024

Supplicatio respinta, la Fondazione voluta da Natuzza replica al vescovo

Pasquale Anastasi smentisce monsignor Renzo secondo il quale alla mistica di Paravati era stata fatta sottoscrivere segretamente una dichiarazione per permettere a don Barone di fare il presidente a vita. Resa pubblica una copia del Cda del 2010

Supplicatio respinta, la Fondazione voluta da Natuzza replica al vescovo

Arriva a stretto giro la replica della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati alle argomentazioni usate dal vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea per rigettare la “supplicatio” che era stata avanzata per ottenere un ripensamento sulla soppressione dell’ente voluto da Natuzza Evolo per la realizzazione della Villa della Gioia. Dopo aver annunciato che il decreto di scioglimento attuato dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea “sarà impugnato nelle opportune sedi canoniche”, la Fondazione con il suo presidente Pasquale Anastasi spiega che “Natuzza non sottoscrisse mai segretamente alcuna dichiarazione secondo cui don Pasquale Barone doveva essere sempre presidente, né mai le fu chiesto di farlo. Come da norma statutaria – prosegue Anastasi – i membri del consiglio di amministrazione vengono eletti dall’assemblea dei fondatori all’interno della medesima ed il consiglio di amministrazione così formato nomina al proprio interno il presidente” (art.10). L’elezione a presidente di don Pasquale Barone è sempre stata regolarmente votata dai componenti del Cda in carica, ivi compreso Sua eccellenza monsignor Luigi Renzo, nel periodo in cui ne è stato componente”.

Le precisazioni fanno riferimento alla parte del decreto di rigetto della “supplicatio”, in cui il presule miletese afferma che, ad alcune sue perplessità era stato spiegato che “segretamente, fuori dallo statuto” si era fatto sottoscrivere a Natuzza una dichiarazione secondo cui don Pasquale Barone doveva essere sempre presidente, e non per i primi cinque anni come inizialmente previsto nello statuto. A supporto delle precisazioni sul fatto che “Natuzza non faceva accordi sottobanco”, in allegato alla nota, la Fondazione rende pubblica anche la copia del verbale del consiglio d’amministrazione del 28 aprile 2010 numero 49, con in calce la firma di tutti i consiglieri presenti, “primo tra tutti il vescovo monsignor Renzo”. 

 LEGGI ANCHE: Soppressione della Fondazione voluta da Natuzza, le modifiche segrete per aggirare lo statuto

top