venerdì,Aprile 19 2024

Estorsione al Lido degli Aranci, chiesta a Vibo la riunione con Rinascita Scott

La Dda di Catanzaro ha avanzato la richiesta al Collegio che sta giudicando alcuni imputati nell’ambito del procedimento Imponimento. Atti trasmessi al presidente del Tribunale

Estorsione al Lido degli Aranci, chiesta a Vibo la riunione con Rinascita Scott
Domenico Lo Bianco

Atti al presidente del Tribunale di Vibo Valentia, Antonino Di Mattero, per decidere se riunire un segmento del procedimento nato dall’operazione Imponimento al maxiprocesso Rinascita Scott. A trasmetterli – dopo l’opposizione dei difensori degli imputati che hanno fatto presente l’assenza di contestazioni associative per i loro assistiti – è stata la presidente del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, Tiziana Macrì, dinanzi al quale si sta svolgendo il processo che vede imputati Domenico Lo Bianco, 58 anni, di Vibo Valentia; Antonio Tripodi, 57 anni, di Portosalvo; Sante Tripodi, 48 anni, di Portosalvo; Domenico Tripodi, 53 anni, di Portosalvo.  

Nel corso del processo sono state poi sollevate delle eccezioni dagli avvocati Santo Cortese, Rosa Giorno, Giuseppe Bagnato e Domenico Anania circa la genericità del capo d’imputazione e la tardività dell’atto di costituzione di parte civile della parte offesa che, secondo i difensori, andava fatta in udienza preliminare o al in apertura del dibattimento a Lamezia Terme da dove è transitato il procedimento. In precedenza, infatti, la questione di incompetenza territoriale era stata sollevata dagli avvocati Santo Cortese, Antonio Crudo, Rosa Giorno e  Giuseppe Bagnato rilevando che i fatti contestati imputati risultano commessi nel comprensorio del Tribunale di Vibo Valentia e l’aggravante dell’agevolazione mafiosa contestata si riferisce al clan Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia ed al clan Tripodi di Portosalvo e non alla cosca Anello di Filadelfia.

L’udienza è stata quindi rinviata al 26 gennaio prossimo.

Le accuse

Sante Tripodi

Tutti gli imputati sono accusati di aver compiuto atti estorsivi volti ad imporre ad Antonio Facciolo – gestore dal 2016 al 2018, attraverso la Golden Service srl della struttura turistica denominata “Lido Golfo degli aranci” a Bivona – la consegna di una somma di denaro. Anche Antonio Facciolo, docente di Filosofia, è rimasto coinvolto nell’inchiesta “Imponimento” in quanto ritenuto vicino (concorrente esterno) al clan Anello di Filadelfia.
Mediante violenza e minaccia derivante dall’appartenenza alla criminalità organizzata, in virtù di pregressi accordi sarebbe stata attribuita inizialmente a Domenico Lo Bianco (e quindi al clan Lo Bianco-Barba) e poi direttamente ai Tripodi la competenza criminale a gestire l e pretese estorsive relative alla gestione del Lido degli Aranci, costringendo Antonio Facciolo a consegnare ai due clan il denaro richiesto a titolo estorsivo e, segnatamente: nell’anno 2016 tra gli 8 ed i 10mila euro; nell’anno 2017 diecimila euro. [Continua in basso]

Antonio Tripodi

Vincenzo Barba avrebbe quindi preso a monte accordi con i Tripodi (ed in particolare con Antonio Tripodi) in ordine alla gestione delle pretese estorsive riguardanti la gestione della struttura turistica, stabilendo la ripartizione tra le due cosche di compiti e proventi. Domenico Lo Bianco avrebbe svolto l’incarico di sorvegliare la struttura, mantenere i contatti con la vittima e riscuotere il denaro (almeno fino all’estate del 2017). Domenico e Sante Tripodi avrebbero invece  interloquito con Vincenzo Barba in ordine alla ripartizione dei proventi e, dall’estate del 2017 in poi, in ordine alla rimodulazione delle modalità esecutive dell’estorsione richiedendo ed ottenendo che le somme venissero erogate direttamente a loro dalla vittima.

Domenico Lo Bianco, Paolino Lo Bianco, Vincenzo Barba, e Filippo Catania avrebbero inoltre partecipato ad una riunione di ‘ndrangheta promossa dal boss di Filadelfia Tommaso Anello a tutela della vittima Antonio Facciolo.

L’esito della riunione con Anello

Tommaso Anello

Sarebbe stata così stabilita la restituzione delle chiavi di un immobile a Facciolo all’interno del Lido degli Aranci che sarebbe stato in precedenza occupato da Domenico Lo Bianco. Le somme di denaro a titolo estorsivo, inoltre, sarebbero state consegnate non più Domenico Lo Bianco ma ai Tripodi di Portosalvo. Le condotte delittuose contestate coprono un arco temporale che va dal 2016 sino al 21 agosto 2018.

L’eccezione di incompetenza territoriale accolta dal Tribunale di Lamezia Terme in favore di quello di Vibo Valentia riguarda quindi anche il capo d’imputazione mosso al solo Domenico Lo Bianco (avvocati Santo Cortese e Toni Crudo) relativo all’estorsione ai danni dell’imprenditore Antonio Facciolo inerente l’occupazione abusiva di una casetta all’interno del Lido degli Aranci avvalendosi della forza intimidatrice della cosca Lo Bianco-Barba.

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