venerdì,Maggio 17 2024

‘Ndrangheta: arrestati i favoreggiatori del boss Giuseppe Pelle

L'ex latitante a capo della famiglia dei c.d. "Gambazza" di San Luca è stato catturato nel 2018

‘Ndrangheta: arrestati i favoreggiatori del boss Giuseppe Pelle
Giuseppe Pelle

Otto arresti da parte della polizia nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Agli indagati vengono contestati i reati di procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale, aggravati dalle finalità mafiose ed in particolare di aver favorito e coperto la latitanza di Giuseppe Pelle, 62 anni, di San Luca, conosciuto come Gambazza. Gli arrestati sono:

Barbaro Marianna, nata a Platì il 04/04/1967, moglie di Pelle Giuseppe;

Pelle Antonio nato il 04/03/1987, figlio di Pelle Giuseppe;

Pelle Francesco nato il 24/02/1991, figlio di Pelle Giuseppe;

Pelle Elisa nata il 04/03/1987, figlia di Pelle Giuseppe;

Barbaro Giuseppe, di Platì, nato il 12/05/1986, genero di Pelle Giuseppe;

Pelle Antonio di San Luca, nato il 19/02/1986, nipote di Pelle Giuseppe;

Morabito Giuseppe, di Condofuri, nato il 07/04/1961;

Romeo Girolamo nato a Melito di Porto Salvo il 29/03/1979

L’inchiesta nasce dalle operazioni connesse alla ricerca del boss Giuseppe Pelle, ritenuto esponente dell’omonima cosca di ‘ndrangheta di San Luca (già capeggiata dal defunto padre Antonio), che nel mese di aprile 2016 si era sottratto all’esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Reggio Calabria, in virtù del quale doveva scontare una pena residua di anni 2, mesi 5 e giorni 20 di reclusione per associazione mafiosa (operazioneReale”).

In costanza di latitanza lo stesso Pelle fu destinatario di un decreto di fermo di indiziato di delitto, poi tramutato in ordinanza di custodia cautelare in carcere, per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, nonché per turbata libertà degli incanti ed illecita concorrenza aggravati dal metodo mafioso (operazione Mandamento Ionico” della Procura di Reggio Calabria- Direzione Distrettuale Antimafia).

In relazione a tali ultime vicende Giuseppe Pelle, è stato condannato, in primo grado, alla pena di 18 anni e 6 mesi di reclusione. Nel medesimo procedimento fu coinvolto anche il figlio Antonio Pelle (classe 1987), anche lui condannato in primo grado alla pena di anni 14 e mesi 8 per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Protetto da una rete di fiancheggiatori prevalentemente a carattere familiare, il superboss venne catturato, dopo due anni di latitanza, in un appartamento di Contrada Pistaria nel comune reggino di Condofuri, all’interno di un immobile di proprietà della mamma dell’indagato Girolamo Romeo.
Proprio grazie all’efficiente rete di protezione dei suoi stretti congiunti, Giuseppe Pelle, durante il periodo di latitanza aveva potuto incontrare frequentemente la moglie Marianna Barbaro, figlia di Francesco Barbaro (classe 1927, deceduto il primo novembre 2018), e ritenuto essere stato il capo storico dell’omonima ‘ndrina, intesi i “Castanu”, condannato alla pena dell’ergastolo.

Prima della sua cattura a Condofuri, per come emerso dalle indagini, Pelle aveva trascorso la sua latitanza spostandosi tra San Luca e Platì, in un immobile non lontano da quello della figlia Pelle Elisa, con la quale era in contatto. Proprio in occasione di uno di questi spostamenti, a settembre 2016, era risuscito a sfuggire alla cattura grazie ad un articolato servizio di staffetta organizzato dal genero Giuseppe Barbaro e dal nipote Antonio Pelle (classe 1986), mentre il latitante si trovava a bordo dell’auto con il figlio Antonio Pelle (classe 1987).

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