venerdì,Marzo 29 2024

Giustizia calabrese nel caos da Vibo a Reggio passando per Catanzaro, la denuncia della Confsal Unsa

Per la prima sigla sindacale del comparto Funzioni centrali in Calabria, la politica non ha interesse a far funzionare il settore che registra gravissime disfunzioni con solo tre dirigenti amministrativi per 40 uffici giudiziari. Ecco tutte le criticità

Giustizia calabrese nel caos da Vibo a Reggio passando per Catanzaro, la denuncia della Confsal Unsa

Magistrati e capi degli uffici giudiziari costretti a fare pure i dirigenti amministrativi per la gestione del personale. E’ questa la desolante situazione della Giustizia in Calabria, dove su quaranta uffici giudiziari, di cui 24 sedi dirigenziali, vi sono solo tre dirigenti. La L. 240/06, assegna al magistrato capo dell’ufficio il compito di fornire delle linee d’indirizzo e al dirigente la gestione del personale amministrativo. I capi degli uffici, che dovrebbero occuparsi di giurisdizione, spesso sono impegnati in attività amministrative che non gli competono, ma che devono necessariamente svolgere per la mancanza di dirigenti. Ovviamente le disfunzioni di un sistema giustizia già al collasso, non possono che aumentare, perché non tutti hanno le conoscenze, la competenza e il tempo, per svolgere ruoli non propri. Persino presidenti di Sezione gestiscono il personale ed in qualche caso emettono ordine di servizi scritti, che non sono di loro competenza”. E’ la denuncia del sindacato Confsal Unsa, prima sigla sindacale nel comparto Funzioni Centrali in Calabria, per il tramite del segretario regionale Antonino Iannò, che sottolinea come in alcuni uffici non vi sia “un’organizzazione del lavoro degna di questo nome, che possa far uscire dal pantano una Giustizia già nel caos. [Continua in basso]

Non è certo colpa dei capi degli uffici se ciò accade, che anzi dovrebbero chiedere il risarcimento del danno per il doppio ruolo svolto, ma della politica cieca che, a furia di voler risparmiare risorse, mette in crisi il settore e i diritti dei cittadini. E’ pur vero che a volte, nonostante le rimostranze dei sindacati, alcuni capi degli uffici, pur sapendo che non è quello il loro ruolo e quindi dovrebbero approfondire meglio alcuni aspetti, assumono decisioni che non rispecchiano un corretto utilizzo delle risorse umane, sulla base dei profili professionali e delle competenze acquisite. Una maggiore conoscenza dei servizi di cancelleria e dell’ordinamento professionale, potrebbe in alcuni casi migliorare le decisioni assunte, anche se la questione non riguarda tutti gli uffici. A ciò, si aggiungono le ataviche problematiche che affliggono gli uffici giudiziari, quali la mancanza di personale, salvo l’assunzione di migliaia di precari, che con i fondi del Pnrr dovrebbero supportare la giurisdizione nello smaltimento dell’arretrato. Ma perché creare precariato? E’ così che i giovani devono costruirsi un futuro, creando aspettative che potrebbero non essere mantenute stante i numeri mostruosi del precariato? Entro il 2026 dovrebbero essere circa 23.000 le assunzioni di precari nella Giustizia. Ed allora vi è un fuggi – fuggi verso altre amministrazioni, perché il giovane mentre viene formato, vince altri concorsi e scappa verso altri lidi. Tale situazione è diventata una costante, con le relative conseguenze per la funzionalità dei servizi. L’Unsa ha protestato davanti alla Camera dei Deputati contro la riforma Cartabia che prevedeva ciò, chiedendo l’assunzione di personale a tempo indeterminato con fondi strutturali e sfruttando le risorse del Pnrr, per migliorare i sistemi informatici e le strutture giudiziarie – in molti casi – fatiscenti. Su questi aspetti gli organi d’informazione interessati da questa organizzazione sindacale non hanno dato notizia.

Oggi ci ritroviamo con uffici distrettuali, come l’Ufficio Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, il primo in Italia per importanza, che si occupa di misure preventive patrimoniali e personali, che dispone ingenti sequestri e confische per centinaia di milioni di euro, supportato da sole quattro unità di personale. L’Ufficio Gip-Gup dello stesso Tribunale è in grave sofferenza nella parte che riguarda l’assistenza dei ruoli dei magistrati, anche se probabilmente, con una migliore organizzazione interna del lavoro, la situazione potrebbe migliorare. Alla Procura della Repubblica di Catanzaro gli ausiliari abili al lavoro per la movimentazione dei fascicoli sono solo quattro e di avanzata età ed il procuratore ha fatto ricorso agli operatori per tale attività. [Continua in basso]

Il Tribunale di Vibo Valentia è in sofferenza per la gestione di processi di grossa rilevanza come Rinascita Scott e Petrolmafie. Gli Uffici dei Giudici di Pace, considerati Uffici di serie B, sin trovano con poco personale a supporto, nonostante la riforma Cartabia abbia aumentato le competenze, così come criticità a seguito della stessa riforma ci saranno negli Uffici Nep e negli Uffici Esecuzione Penale delle Procure. A seguito della mancanza di dirigenti, in alcuni Uffici i dipendenti devono ricevere la valutazione della performance individuale degli ultimi tre anni, con possibili danni per l’attribuzione degli oneri accessori e delle progressioni economiche.

Insomma – conclude il sindacato – un caos. La politica ascolti di più gli addetti al settore perchè spesso le decisioni vengono assunte da chi non ha lavorato in un Ufficio giudiziario o almeno, non conosce le dinamiche dell’organizzazione interna degli Uffici e queste sono le conseguenze, ma qualche dubbio sorge: possibile che dagli inizi degli anni ’90 si è assistito ad un continuo sfascio del settore? La politica ha interesse o no a far funzionare la Giustizia?”.

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